tag:blogger.com,1999:blog-13473789638006097242024-02-08T01:30:05.036+01:00Le voci di dentroLaura Fioravantihttp://www.blogger.com/profile/07574653349276472721noreply@blogger.comBlogger161125tag:blogger.com,1999:blog-1347378963800609724.post-68239492355704472502017-10-31T21:53:00.000+01:002017-10-31T21:53:43.587+01:00«È passata la vita in un attimo»<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgHH5YIuBhl1umdtC-E9GDeWMbuoqSkxFLEkbxe9MNrl49XeGFuCeZ6RL0xNMrp-5CYtwURLf3I1MhizUm_l-aVc7lQ9fUJqQV0CCw9scGLe2-OPAfBrOQwn927ijwjnDDpxJwb93V1Y9JE/s1600/31ottobre2017.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="465" data-original-width="919" height="253" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgHH5YIuBhl1umdtC-E9GDeWMbuoqSkxFLEkbxe9MNrl49XeGFuCeZ6RL0xNMrp-5CYtwURLf3I1MhizUm_l-aVc7lQ9fUJqQV0CCw9scGLe2-OPAfBrOQwn927ijwjnDDpxJwb93V1Y9JE/s400/31ottobre2017.jpg" width="500" /></a></div>
<br />
<span style="color: #20124d; font-family: Georgia, Times New Roman, serif; font-size: large;"><i>«Solo il teatro è quello che mi ha dato gioia, sempre. È quello che mi ha dato contatto con il pubblico, possibilità di parlare, possibilità di cambiare, di evadere... Insomma, per me la vita è passata in un attimo. Meno male!»</i></span><br />
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;"><br /></span>
<div style="text-align: right;">
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;">[Eduardo De Filippo, <i>Lezioni di Teatro</i>, Einaudi]</span></div>
<div style="text-align: right;">
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;"><br /></span></div>
Laura Fioravantihttp://www.blogger.com/profile/07574653349276472721noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1347378963800609724.post-25409884673229088112017-03-11T17:21:00.000+01:002017-03-11T17:45:33.294+01:00Il Sindaco del Rione Sanità riproposto da Mario Martone<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhk0emLdxJcWBExOYkyIKYbP3z0IWKHC5mn5P8nI0nl0gLi03mDspl3d65NuUSNq3SqGVAr27vbSKHqBxyRGMz1SGsC6kviHrN96KrgpjtaD4GNjDQVVfzi2PJF8_R9c1xbM3UsNCguXV4v/s1600/Sindaco-manifesto-216x300.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhk0emLdxJcWBExOYkyIKYbP3z0IWKHC5mn5P8nI0nl0gLi03mDspl3d65NuUSNq3SqGVAr27vbSKHqBxyRGMz1SGsC6kviHrN96KrgpjtaD4GNjDQVVfzi2PJF8_R9c1xbM3UsNCguXV4v/s1600/Sindaco-manifesto-216x300.jpg" /></a></div>
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Le commedie di Eduardo sfidano gli anni. Nascono infatti dalla incessante osservazione che il loro autore ha riservato all'uomo e alla società del suo tempo, raccontando storie solo apparentemente minime ma dal valore universale.</div>
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Uno dei testi ritenuti di carattere sociale è <i style="font-weight: bold;"><a href="http://eduardo-vocididentro.blogspot.it/2010/12/9-dicembre-1960-il-sindaco-del-rione.html" target="_blank">Il sindaco del Rione Sanità</a>.</i><span style="font-weight: bold;"> </span>Scritta nel 1960, racconta la storia di un boss del rione che offre la sua protezione a coloro che non riescono ad ottenere giustizia. Antonio Barracano, questo il nome del protagonista, è un personaggio visionario che applica la sua personale concezione di legge intervenendo come arbitro, nel tentativo di arginare la catena di delitti che si innescano in quella che altro non è se non una guerra tra poveri.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
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Seguendo il filo rosso che lega questa commedia all'impegno di Eduardo per il recupero dei giovani a rischio e portato poi avanti anche da suo figlio Luca, <b><i>Il Sindaco</i></b> è tornato in scena in questi giorni con la regia di Mario Martone. Si tratta di un progetto interessante e, stando ai consensi che sta raccogliendo, perfettamente riuscito.</div>
<div style="text-align: justify;">
Prodotto da <i>Elledieffe</i>, dal <i>Teatro Stabile di Torino</i> e da <i>Nest - Napoli Est Teatro</i>, si avvale di un cast di giovani attori, alcuni dei quali alla loro prima esperienza di palcoscenico. Assume un particolare valore simbolico la collaborazione con la realtà del <i>Nest </i>di San Giovanni a Teduccio. Nato nella periferia est di Napoli, il progetto del <i>Nest </i>si pone l'obbiettivo di avvicinare all'esperienza teatrale le giovani generazioni delle periferie più degradate.<i> «L’idea è quella di creare un polo di riferimento culturale per la nostra città, ma anche di rendere disponibile alla popolazione laboratori e spettacoli teatrali, garantendo la gratuità ai ragazzi del territorio di età compresa tra 13 e i 17 anni.</i></div>
<div style="text-align: justify;">
<i>Quello del Nest è un progetto formativo, tecnico ed artistico, che vuole essere motore di evoluzione perché lo spettacolo dal vivo necessita di tante figure, di professionalità e competenze, di passione ed energia»,</i> come spiegano sul loro sito<i>.</i></div>
<div style="text-align: justify;">
La stessa attenzione rivolta da Eduardo e Luca alle giovani generazioni delle periferie ed al loro recupero attraverso il teatro, inteso sia come luogo fisico di aggregazione non élitario, sia come possibilità di apprendere un mestiere.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
La commedia, che ha debuttato lo scorso 6 marzo, rimarrà al <a href="http://www.napoliestteatro.com/martone.html" target="_blank">Nest</a> - dove registra già il tutto esaurito - fino al 17 del mese. Successivamente sarà in scena al <a href="https://www.teatrostabiletorino.it/portfolio-items/sindaco-del-rione-sanita-martone/" target="_blank">Teatro Gobetti di Torino</a>, dal 21 marzo al 2 aprile.</div>
<br />
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<iframe allowfullscreen="" frameborder="0" height="361" scrolling="no" src="https://youmedia.fanpage.it/embed/WLtI2OSwakO8GdQh?bar=1&autoplay=0&h=361" width="500"></iframe>
</div>
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<br /></div>
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<hr />
<b><i style="background-color: yellow;">Leggi anche</i></b><br />
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<span style="color: #20124d;"><a href="http://napoli.repubblica.it/cronaca/2017/03/08/news/_il_sindaco_di_martone_rivoluzione_ben_riuscita-160035147/" style="font-weight: bold;" target="_blank">"Il Sindaco" di Martone, rivoluzione ben riuscita</a> (Recensione di Giulio Baffi)</span><br />
<span style="color: #20124d;"><a href="http://www.controscena.net/enricofiore2/?p=2885#more-2885" style="font-weight: bold;" target="_blank">Quel «sindaco» che diventa il Cristo dell'ultima cena</a> (Recensione di Enrico Fiore)</span><br />
<span style="color: #20124d;"><a href="http://www.teatroecritica.net/2017/03/dal-rione-sanita-a-gomorra-il-sindaco-di-eduardo-secondo-martone/" style="font-weight: bold;" target="_blank">Dal rione Sanità a Gomorra. Il Sindaco di Eduardo secondo Martone</a> (Recensione di Andrea Pocosgnic)</span><br />
<b><span style="color: #20124d;"><br /></span></b>
Laura Fioravantihttp://www.blogger.com/profile/07574653349276472721noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1347378963800609724.post-416113059177887212016-11-27T01:06:00.000+01:002016-11-27T01:06:14.579+01:00La segreta eleganza di Luca<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEheuD3CLA8mVN6IVM_1VSQY5E8xLy3xeZXAAfJqc79LICkT0wIbjlezANp4ToLTZbSAPRRSkn5ZJ2rafYjdP_-g4IKVuz23ZRQDs_O_R5wLgMNpMPHKNJB3ViR5BXsi59Iqy0aRalyAI1ja/s1600/83544.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEheuD3CLA8mVN6IVM_1VSQY5E8xLy3xeZXAAfJqc79LICkT0wIbjlezANp4ToLTZbSAPRRSkn5ZJ2rafYjdP_-g4IKVuz23ZRQDs_O_R5wLgMNpMPHKNJB3ViR5BXsi59Iqy0aRalyAI1ja/s400/83544.jpg" width="293" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><span style="font-size: x-small;"><span style="font-family: "times" , "times new roman" , serif;">Luca De Filippo (3 giugno 1948 - 27 novembre 2015</span>)</span></td></tr>
</tbody></table>
<div style="text-align: justify;">
<div style="text-align: justify;">
<b><i><span style="color: #351c75; font-family: "georgia" , "times new roman" , serif; font-size: large;">Ricordo di Luca De Filippo, ovvero sir Luke of Philip</span></i></b></div>
</div>
<div style="text-align: right;">
<span style="color: #351c75; font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;"><br /></span>
<span style="color: #351c75; font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;">di Marco Tullio Giordana</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: #351c75; font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;"><i>Luca non era un attore italiano. E nemmeno «figlio di Eduardo e nipote di Scarpetta» malgrado il Dna avesse nel tempo prodotto una somiglianza inequivoca. Luca era un attore inglese, figlio di John Gielgud, Michael Redgrave, Ralph Richardson, Laurence Olivier, nipote di Edmund Kean e John Philip Kemble e più su ancora di Richard Cumberland, John Gay, David Garrick. Un attore inglese che recitava però in napoletano, lingua di cui sapeva ogni sfumatura, così atta allo spettacolo da volerla materia di studio alla Scuola di Recitazione del Teatro Stabile di Napoli-Teatro Nazionale, l’ultima impresa dove s’era buttato.</i></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: #351c75; font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;"><i>L’altra sera nei teatri italiani, credo proprio tutti, ogni attore, ogni compagnia ha voluto rendergli omaggio, segno che il suo </i>understatement<i>, anziché renderlo invisibile, l’aveva invece scolpito nei nostri cuori molto più di qualsiasi esibizionismo, di qualsiasi voce stentorea o maschera indossata. Fu lo stesso Eduardo a passargli il testimone nel suo ultimo discorso pubblico, a Taormina nel 1984, ammettendo di averlo cresciuto «</i>nel gelo delle mie abitudini<i>», ma quella eredità che avrebbe potuto schiacciarlo l’ha invece lasciato intatto. Avrebbe potuto rinnegarla o, peggio, amministrarla a scopo di lucro. Ne fece invece ragione di continuo studio sul lavoro dei De Filippo, concedendola a chi gli era coerente e soavemente negandola a chi l’avrebbe invece stravolta. L’unica preoccupazione di questi giorni, prima ancora dei figli, prima ancora di Carolina, sono state le sorti della sua splendida compagnia, i contratti da onorare, gli spettatori da non deludere. Questo senso di responsabilità e di segreta eleganza mi sembra il suo insegnamento più grande, quello che vorrei serbare.</i></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: #351c75; font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;"><i>Ciao sir Luke of Philip, amico caro.</i></span></div>
<div style="text-align: right;">
<span style="font-size: x-small;">[La Stampa, 29 novembre 2015]</span><br />
<br /></div>
Laura Fioravantihttp://www.blogger.com/profile/07574653349276472721noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1347378963800609724.post-89094528057510951582016-11-23T23:02:00.000+01:002016-11-23T23:06:30.162+01:00"Eduardo De Filippo e il teatro del mondo", gli atti del Convegno<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgRtdSTjjtTpV_agFaYKF4NqviVpahttqCEftpenzSP6T-wqECkJrSQGX_qUtGDYqygbwLeAnhpsBUZ-y6Hztj3Ipz56Jzw1o0DucdnIS2iiiDBf-Nx_HBr7ERqSoo4nzeT5t573CnjjWJc/s1600/Atti+Convegno.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgRtdSTjjtTpV_agFaYKF4NqviVpahttqCEftpenzSP6T-wqECkJrSQGX_qUtGDYqygbwLeAnhpsBUZ-y6Hztj3Ipz56Jzw1o0DucdnIS2iiiDBf-Nx_HBr7ERqSoo4nzeT5t573CnjjWJc/s200/Atti+Convegno.jpg" width="137" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
Sono stati pubblicati dall'editore Franco Angeli, nella Collana <i>Letteratura Italiana. Saggi e strumenti</i>, gli atti del Convegno internazionale organizzato nell'ottobre del 2014 dall'Università Federico II di Napoli, in occasione delle iniziative per il trentennale della morte di Eduardo.</div>
<div style="text-align: justify;">
Il volume, curato da Nicola De Blasi e Pasquale Sabbatino, docenti rispettivamente di Linguistica e di Letteratura italiana dell'Ateneo sede del Convegno, raccoglie i contributi dei partecipanti alle due giornate di studio, intitolate<b><i> "Eduardo De Filippo e il teatro del mondo"</i></b>. </div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Nel proposito degli organizzatori, i lavori del convegno si sono focalizzati sull'approfondimento di tre particolari aspetti. In primo luogo, come illustrato dal professor Sabbatino nella sua introduzione, <i>«ridisegnare la geografia e la storia delle traduzioni di Eduardo nel mondo» </i>soffermandosi sulla definizione di "traduzione", ponte di collegamento tra culture diverse; in secondo luogo <i>«l'Ateneo federiciano ha scelto di verificare in quale misura Eduardo sia un classico della contemporaneità»</i> ed infine si è voluto porre l'accento su <i>«l'impegno civile di Eduardo per il recupero e la rieducazione dei ragazzi a rischio»</i>, problematica che stava particolarmente a cuore anche a suo figlio Luca, il quale nel suo intervento - la cui trascrizione è riportata nel volume - ricordò come <i>«L'attenzione di Eduardo è stata sempre e soprattutto verso i giovani, un'attenzione che viene testimoniata anche dagli ultimi anni della sua vita, quando fu nominato senatore. Si occupò in particolare dei ragazzi napoletani a rischio. Quella fu una battaglia persa, un'altra battaglia persa. [...]</i><br />
<a name='more'></a><i> Cercò di portare l'attenzione dell'opinione pubblica e dei politici sui ragazzi a rischio. Rifletteva, ad esempio, sul fatto che i giovani delinquenti andavano nel carcere di Nisida e che, nel momento in cui raggiungevano la maggiore età, automaticamente erano rinchiusi nel carcere di Poggioreale, diventando, così, la manovalanza della criminalità organizzata. [...] Fortunatamente da poco tempo questo non avviene più [...]. Ma sono passati trent'anni da quando Eduardo lo denunciò. Se ci si fosse mossi prima, probabilmente trent'anni avrebbero dato qualche risultato in più. [...] Eduardo era ed è questo. È arte, è società, è un dito che punta. [...] Un osservatore attentissimo di quello che gli accadeva intorno»</i>.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div>
Queste le relazioni raccolte nel volume:</div>
<div>
<ul>
<li><span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;"><b style="font-style: italic;">Dario e Eduardo: Pulcinella e Arlecchino della modernità</b>, di Joseph Farrell</span></li>
<li><span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;"><b style="font-style: italic;">Quello che Ricciardi sa di Eduardo, e quello che non saprà mai</b>, di Maurizio De Giovanni</span></li>
<li><span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;"><b><i>Tradurre è tradire, nel teatro del mondo</i></b>, di Renato Quaglia</span></li>
<li><span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;"><b><i>Eduardo e io al Cairo!</i></b>, di Mariano Rigillo</span></li>
<li><span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;"><b style="font-style: italic;">Per una geografia di Eduardo nel mondo: problemi di committenza, traduzione e resa scenica con una postilla sugli adattamenti cinematografici e televisivi di Eduardo all'estero</b>, di Armando Rotondi</span></li>
<li><span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;"><b><i>La saggezza dialogica di Eduardo</i></b>, di Gino Ruozzi</span></li>
<li><span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;"><b><i>Filumena e le voci di "fuori". Discorso in due atti sulla traduzione testuale e scenica inglese di Filumena Marturano e sulla sua ricezione interculturale</i></b>, di Jocelyne Vincent</span></li>
<li><span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;"><b><i>Eduardo adattatore e "traduttore" di Trinchera</i></b>, di Gianni Cicali</span></li>
<li><span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;"><b><i>Filumena Marturano (tra le carte dell'Archivio Contemporaneo di Firenze)</i></b>, di Giulia Tellini</span></li>
<li><span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;"><b><i>La piccola magia di Eduardo uomo di scena nell'ottica di Stanislavskij, Brecht e Artaud</i></b>, di Edoardo Sant'Elia</span></li>
<li><span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;"><b><i>L'eredità di Eduardo tra Scarpetta e Pirandello</i></b>, di Francesco Saponaro</span></li>
<li><span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;"><b><i>Venere degli stracci. Immagini del dono e critica della borghesia nel teatro eduardiano</i></b>, di Francesco de Cristofaro</span></li>
<li><span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;"><b><i>Eduardo e il "segreto" di Pulcinella: persistenza della Commedia dell'Arte negli adattamenti di Petito e Altavilla</i></b>, di Teresa Megale</span></li>
<li><span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;"><b><i>Domenico Rea e Raffaele La Capria interpreti di Eduardo: brevi annotazioni</i></b>, di Antonio Saccone</span></li>
<li><span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;"><b><i>Le lettere inedite di Eduardo De Filippo a Paolo Ricci. In margine al Progetto di Ricerca "Carte d'autore"</i></b>, di Vincenzo Caputo</span></li>
<li><span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;"><b><i>Eduardo De Filippo in Grecia. Una storia della ricezione inedita</i></b>, di Georgios Katsantonis</span> </li>
</ul>
<div style="text-align: right;">
<span style="color: purple;"><b><i>Eduardo De Filippo e il teatro del mondo</i></b></span></div>
<div style="text-align: right;">
<span style="color: purple;">a cura di Nicola De Blasi e Pasquale Sabbatino</span></div>
<div style="text-align: right;">
<span style="color: purple;">Ed. Franco Angeli</span></div>
<div style="text-align: right;">
<span style="color: purple;"><br /></span></div>
<div>
<br /></div>
</div>
<hr />
<b><i style="background-color: yellow;">Sullo stesso argomento</i></b><br />
<b><a href="http://eduardo-vocididentro.blogspot.it/2014/10/eduardo-de-filippo-e-il-teatro-del.html" target="_blank">"Eduardo De Filippo e il teatro del mondo". Il Convegno all'Università Federico II di Napoli</a></b>Laura Fioravantihttp://www.blogger.com/profile/07574653349276472721noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1347378963800609724.post-57847613659947901222016-10-31T21:36:00.000+01:002016-10-31T21:41:24.629+01:00Il finale che lui voleva<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj9QvljWQ87YfuNp094ib_bXzUQfu8hSwL_iysbk4C_JPuKjX3QU0aDLDmmwW9kkxFeUJsuL2cbNVFQYDTl8yD0l8UjM3IJ-6PAWosQd11XA1xiqbVZ2xjYeRuKwtiEeungDoRbxcTKmF5o/s1600/Anniversario+2016.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="280" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj9QvljWQ87YfuNp094ib_bXzUQfu8hSwL_iysbk4C_JPuKjX3QU0aDLDmmwW9kkxFeUJsuL2cbNVFQYDTl8yD0l8UjM3IJ-6PAWosQd11XA1xiqbVZ2xjYeRuKwtiEeungDoRbxcTKmF5o/s320/Anniversario+2016.jpg" width="320" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif; font-size: large;"><i>«Non mi dimenticherò mai la scena, durante i funerali di Eduardo, delle tre camere della televisione montate su torri, che di colpo, all'unisono, sollevarono il muso per aria in segno di rifiuto e, i segnali luminosi, gli occhi rossi, si spensero. Si stava uscendo dalla cattedrale dove aveva officiato il cardinale. C'erano più di cinquemila persone. Tutta la funzione era stata ripresa in diretta. Ora, sempre in diretta, davanti alla bara di Eduardo, presenti le alte autorità, si sarebbe celebrato il commiato.</i></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif; font-size: large;"><i>C'era un ragazzo del carcere di Nisida - avrebbe salutato l'unico senatore della Repubblica che si fosse occupato di loro.</i></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif; font-size: large;"><i>Ferruccio Marotti dell'Ateneo di Roma, dove Eduardo insegnava, avrebbe parlato ancora e, poi, sarebbe toccato a me in rappresentanza dei teatranti.</i></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif; font-size: large;"><i>Dall'alto decretarono immediatamente che no, il commiato non si doveva fare. Era la vendetta dei politici che si erano visti esclusi dal rito. [...]</i></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif; font-size: large;"><i>Splendido! Io ho visto per aria Eduardo che si faceva matte risate. Era proprio il finale che lui voleva. Non c'era dubbio, se l'era inventato personalmente, se l'era sceneggiato e allestito col permesso del Padreterno, "il padreterno dei teatranti", un certo Dioniso»</i></span></div>
<div style="text-align: right;">
<span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;">Dario Fo in <i>Eduardo De Filippo. Vita e opere, 1900-1984</i></span><br />
<span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;">a cura di Isabella Quarantotti De Filippo e Sergio Martin</span></div>
<i><br /></i>
<br />
<div style="text-align: center;">
<iframe allowfullscreen="" frameborder="0" height="281" src="https://www.youtube.com/embed/XMlAJXBOXcw?rel=0" width="500"></iframe><i>
</i></div>
<div style="text-align: center;">
<i><br /></i></div>
Laura Fioravantihttp://www.blogger.com/profile/07574653349276472721noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1347378963800609724.post-3251589422298048102016-10-05T22:07:00.000+02:002016-10-05T22:07:12.588+02:00Essere figli d'arte<div style="text-align: justify;">
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjwOapOjgRjdw1oGF_j6iPfDRo0uuCcYCASpDtgmfzq644WPl4hvoCiyTS1kZY8kaOkHM-Vd9s7NPn7zZ6broGvJ_pkBe9R-aUJ6sXp1Mz95yydcVFU0N_vuIa9nokno1mxEvT9VteXrwFR/s1600/Convegno+Piano+Marshall4.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjwOapOjgRjdw1oGF_j6iPfDRo0uuCcYCASpDtgmfzq644WPl4hvoCiyTS1kZY8kaOkHM-Vd9s7NPn7zZ6broGvJ_pkBe9R-aUJ6sXp1Mz95yydcVFU0N_vuIa9nokno1mxEvT9VteXrwFR/s320/Convegno+Piano+Marshall4.jpg" width="306" /></a></div>
<span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif; font-size: large;"><i>«Con orgoglio penso sempre di essere la terza generazione di una famiglia che si occupa di teatro: Eduardo Scarpetta, Vincenzino Scarpetta, tutte le mogli, mia zia Titina, il marito di mia zia Titina, mio zio Peppino, Luigi, io, ecco, è tutta una famiglia. Questo mi rende orgoglioso. [...] Molto spesso si scambia il mestiere dell'attore con un fatto di visibilità, cioè far parte di un mondo che chissà cos'è, mentre invece essere figli d'arte vuol dire essere coscienti del fatto che quel mestiere ce l'hai.</i></span></div>
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<span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif; font-size: large;"><i>Francesco Canessa racconta che quando Titina fece al San Carlo la prima di </i>Napoli milionaria!<i>, era una mattina e tutti i teatri di Napoli erano requisiti. Provarono nel salotto di casa di Titina, non come oggi che si fanno tre o quattro mesi di prove. Misero in scena il testo in quindici giorni, nel salotto di casa. Poi andarono al San Carlo, entrarono di notte, smontarono le scene di un'opera lirica e montarono le loro piccole scene. Tennero la prova generale alle quattro del mattino, alle undici fecero lo spettacolo e alle due se ne andarono perché dovevano montare l'altro spettacolo. Fu un enorme successo, una commozione enorme.</i></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif; font-size: large;"><i>Titina, uscendo dal teatro, disse a suo marito Pietro: "Pietro, a casa non abbiamo niente da mangiare, passiamo un momento all'alimentari e compriamo qualcosa". Se ne andarono a casa a mangiare.</i></span></div>
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<span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif; font-size: large;"><i>Ecco, questo è il senso che hanno le famiglie d'arte: con i piedi per terra e basta. Nient'altro».</i></span></div>
<br />
<div style="text-align: right;">
<span style="color: #741b47;">Dall'intervento di Luca De Filippo al Convegno</span></div>
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<span style="color: #741b47;">"Eduardo De Filippo e il teatro del mondo", 23-24 ottobre 2014,</span></div>
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<span style="color: #741b47;">ora negli atti del Convegno "<i>Eduardo De Filippo e il teatro del mondo</i>",</span></div>
<div style="text-align: right;">
<span style="color: #741b47;">a cura di Nicola De Blasi e Pasquale Sabbatino, editore Franco Angeli</span></div>
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<b><i style="background-color: yellow;">Leggi anche</i></b><br />
<i><b><a href="http://eduardo-vocididentro.blogspot.it/2014/10/eduardo-de-filippo-e-il-teatro-del.html" target="_blank">"Eduardo De Filippo e il teatro del mondo". Il convegno all'Università Federico II di Napoli</a></b></i><br />
<i><br /></i>Laura Fioravantihttp://www.blogger.com/profile/07574653349276472721noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1347378963800609724.post-63445119639002793442016-07-19T23:05:00.001+02:002016-07-19T23:05:58.012+02:00Una mostra per Filumena, che non invecchia mai<div style="text-align: justify;">
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjKg1kQhRfgWz5jTuJBcKyrtzjZyh9VOA4ncXoR0rBUIEb1d8Wcgqqho7BM2yPpmVvztn_LxRDFou80fH9ZDbg7lpWBeV5u0mQeqNL5z5ZBkfVOiUyJo-JRX9VXx_f7Kd2fHvtAV6QWbHxw/s1600/WP_20160714_17_55_39_Pro.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjKg1kQhRfgWz5jTuJBcKyrtzjZyh9VOA4ncXoR0rBUIEb1d8Wcgqqho7BM2yPpmVvztn_LxRDFou80fH9ZDbg7lpWBeV5u0mQeqNL5z5ZBkfVOiUyJo-JRX9VXx_f7Kd2fHvtAV6QWbHxw/s320/WP_20160714_17_55_39_Pro.jpg" width="180" /></a></div>
«<i>Caro Eduardo, mi spiace non essere con la critica: la vostra nuova fatica è un fiasco. Questo considerando il lavoro teatrale come destinato al teatro nazionale. Se il lavoro è limitato al buon pubblico napoletano che va a nozze per zibaldoni del genere, posso anche dire che avete scritto e messo su una cosa buona.</i></div>
<div style="text-align: justify;">
<i>Ho detto buona, e non pregevole come altre. Di recente ricordo che, per il successo ottenuto prima altrove che qui, vi hanno forse un po' troppo ringalluzzito dimenticando che siete sempre un Eduardo con tanto di De Filippo appresso e non Pirandello o Goldoni.</i></div>
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<i>Filumena è il capolavoro tra le commedie che si recitano nei teatri periferici di Napoli senza aver mai la gloria [di] uscire dalle mura campane [...] Non è invece la commedia per Roma, e tanto meno per Milano. Pensateci, Eduardo, prima di portarla a Milano dove avete amici e stima. [...] Nel nord [...] il pubblico è più raffinato e Filumena Marturano sarà un fiasco. Pensateci, Eduardo, e mi darete ragione. Magari non oggi perché siete caldo degli applausi, ma domani quando vi mancheranno gli applausi da un altro pubblico che non è il sentimentale popolo napoletano, ma un pubblico il quale ride di certe vicende che, non ve lo nego, sono vere, ma non sono teatro.</i></div>
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<i>Cordialmente,</i></div>
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<i>Uno dei tanti</i>»</div>
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Questo il contenuto di una lettera che arrivò a Eduardo all'indomani del debutto di Filumena Marturano, nel 1946, da parte di un anonimo "lungimirante" critico che bollò la commedia come un mezzo fiasco, una storiella per palati poco esigenti e provinciali. Sono passati settant'anni e Filumena, non solo ha varcato i confini delle "mura campane", ma ha parlato praticamente tutte le lingue del mondo, ha calcato i palcoscenici di Europa, Africa, America Latina, Asia, divenendo la commedia eduardiana più rappresentata al mondo.</div>
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Sono passati settant'anni dalla sua nascita e per ricordare questa straordinaria figura femminile del teatro di Eduardo, l'<b><i>Associazione & Compagnia Teatroantico</i></b> ha organizzato una mostra fotografica e documentale, curata da Elisabetta Centore. L'allestimento è ospitato nel bellissimo Museo Teatrale SIAE del Burcardo, a due passi dal Teatro Argentina, a Roma.</div>
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Molti i documenti e le immagini che ripercorrono la storia della commedia e delle sue interpreti, a partire - naturalmente - da Titina, per la quale Eduardo creò il personaggio protagonista.</div>
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La mostra raccoglie foto, locandine, il copione originale e la registrazione alla SIAE, programmi di sala, il disco in vinile con l'incisione della commedia, le recensioni delle varie messe in scena, sia in Italia che all'estero, fino ad arrivare ai giorni nostri, con le foto e la locandina dell'allestimento della Compagnia di Geppy Gleijeses, protagonista Mariangela D'Abbraccio e con la regia di Liliana Cavani, presentata all'inizio di luglio al <a href="http://www.festivaldispoleto.com/2016/Teatro.asp?id_progetto=309&lang=" target="_blank">Festival dei Due Mondi di Spoleto</a> e che sarà in scena nella prossima stagione teatrale 2016/17. </div>
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La mostra è visitabile il martedì ed il giovedì dalle 9,30 alle 16,30 con ingresso gratuito. Ad illustrarne i contenuti, la curatrice Elisabetta Centore che in anni di appassionate e costanti ricerche, ha messo insieme un vero "tesoro" per i cultori del teatro di Eduardo. </div>
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In aggiunta alla mostra, merita di essere visitato anche il Museo che la ospita, dove sono esposti interessanti documenti della raccolta teatrale della SIAE che vanno da costumi di scena, maschere, marionette, dipinti provenienti da donazioni, lasciti e collezioni private acquisite nel tempo dalla SIAE.</div>
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La mostra rimarrà esposta fino al prossimo febbraio 2017.</div>
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<iframe allowfullscreen="" frameborder="0" height="281" src="https://www.youtube.com/embed/79zK3wUldr0?rel=0" width="500"></iframe>
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<b><span style="color: #4c1130;">Una donna per Eduardo.</span></b></div>
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<b><span style="color: #4c1130;">Filumena Marturano a 70 anni dalla prima rappresentazione</span></b></div>
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<span style="color: #4c1130;">Museo Teatrale SIAE del Burcardo</span><br />
<span style="color: #4c1130;">Via del Sudario 44, Roma (martedì e giovedì 9,30 - 16,30, ingresso gratuito)</span></div>
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<b><i style="background-color: yellow;">Leggi anche</i></b><br />
<b><a href="http://eduardo-vocididentro.blogspot.it/2010/11/7-novembre-1946-filumena-marturano.html" target="_blank">7 novembre 1946. Filumena Marturano</a></b><br />
<b><a href="http://eduardo-vocididentro.blogspot.it/2010/03/la-voce-di-titina.html" target="_blank">La voce di Titina</a></b><br />
<b><a href="http://eduardo-vocididentro.blogspot.it/2009/11/primi-piani-per-filumena.html" target="_blank">Primi piani per Filumena</a></b><br />
<b><a href="http://eduardo-vocididentro.blogspot.it/2010/05/lacrime-come-acqua-pura-sulla-ghiaia.html" target="_blank">Lacrime come acqua pura sulla ghiaia</a></b><br />
<br />Laura Fioravantihttp://www.blogger.com/profile/07574653349276472721noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1347378963800609724.post-85211038088553264702016-06-07T19:23:00.000+02:002016-06-07T22:44:33.259+02:00Filmati rari. Un omaggio alla "Tempesta" e l'ultima intervista di Eduardo<div style="text-align: justify;">
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiTiz2WXemDvy2tL0izra43Q8CulSwI8E2sHqv0Vbx-X7kH2slKpBUAq8zxEOARdMrND1Q6xVFoHnlKK6b_dsnBeILw1hCt6D1vW-H1pX12uqeZbAxY4PLP8jpxmueZtSVwtXgyP01WduV0/s1600/Omaggio.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" height="246" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiTiz2WXemDvy2tL0izra43Q8CulSwI8E2sHqv0Vbx-X7kH2slKpBUAq8zxEOARdMrND1Q6xVFoHnlKK6b_dsnBeILw1hCt6D1vW-H1pX12uqeZbAxY4PLP8jpxmueZtSVwtXgyP01WduV0/s320/Omaggio.jpg" width="320" /></a></div>
Ad un anno dalla sua morte, la Biennale di Venezia scelse come spettacolo inaugurale del XXXIII Festival Internazionale del Teatro, la versione in napoletano della "<i>Tempesta" </i>di Shakespeare nella traduzione di Eduardo, la cui messa in scena fu realizzata dalla Compagnia di Marionette dei Colla. In quella occasione al Teatro Goldoni di Venezia si tenne una serata in suo onore, alla quale presero parte diversi artisti. </div>
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Fu pubblicato anche un volume che raccoglie numerose immagini e testimonianze. La Rai dedicò a quella serata uno speciale, del quale è stata condivisa in rete qualche giorno fa una registrazione "d'epoca", recuperata da un appassionato cultore dell'arte di Eduardo che ho avuto la fortuna di conoscere, seppure solo "virtualmente". Si tratta di un filmato davvero prezioso in cui, oltre ad alcuni brani della rappresentazione della "<i>Tempesta</i>", vi sono interviste agli intervenuti alla serata, tra i quali Luca ed Isabella De Filippo.</div>
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<iframe allowfullscreen="" frameborder="0" height="413" src="https://www.youtube.com/embed/fthfpg7015U?rel=0" width="550"></iframe>
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Altro documento per veri amatori è l'intervista integrale realizzata nel 1984 da Claudio Donat-Cattin, "Eduardo. L'arte di invecchiare".</div>
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<br /></div>
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<iframe allowfullscreen="" frameborder="0" height="309" src="https://www.youtube.com/embed/C7f9kNaXu94?rel=0" width="550"></iframe>
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<br /></div>
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Grazie dunque a Gianluca Marino per aver recuperato questi tesori che ci restituiscono, a distanza di così tanti anni, tutta la grandezza di Eduardo, uomo e artista unico. </div>
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<br /></div>
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Laura Fioravantihttp://www.blogger.com/profile/07574653349276472721noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1347378963800609724.post-58131123234753568412016-04-22T23:40:00.002+02:002016-04-23T15:42:03.550+02:00"L'arte del silenzio"<div style="text-align: justify;">
Si è concluso oggi il seminario di tre giorni dedicato a Luca De Filippo.</div>
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La prima giornata, che ha avuto come tema la storia della Compagnia di Luca e durante la quale abbiamo potuto ascoltare i racconti dei suoi compagni di lavoro, è stata introdotta dalla professoressa Paola Quarenghi.</div>
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Desidero ringraziarla di vero cuore per avermi dato la possibilità di pubblicare in questo piccolo spazio le sue riflessioni ed il suo ricordo di Luca.</div>
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<span style="color: #20124d; font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;"><i><b>L'ARTE DEL SILENZIO</b></i></span></div>
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<span style="color: #20124d; font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;"><i><b><br /></b></i></span></div>
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<span style="color: #20124d; font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;">In un’intervista rilasciata a Franceso Saponaro per il documentario <b>"Eduardo. La vita che continua"</b>, Luca dice:</span></div>
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<span style="color: #20124d; font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;"><br /></span></div>
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<span style="color: #20124d; font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;"><i>Quando mi fermano per strada, io so che non fermano me, ma fermano ancora la memoria di Eduardo, quell’amore che portavano a lui. Ed io sono veramente contento di questo, perché è un qualcosa che in qualche modo rende ancora vivo il lavoro che ha fatto con il suo teatro. È chiaro che [di artisti così] ne nascono pochi, è logico. Voglio dire che già siamo fortunati in Italia che sono nati quei pochi grandi attori o quei pochissimi autori di teatro. Se riflettiamo, nel ’900 abbiamo avuto autori di teatro come Pirandello, Eduardo ed anche il premio Nobel Dario Fo. Vi rendete conto di cosa ci ha dato l’Italia in un secolo? [...] È straordinario. Allora io mi reputo soddisfatto quando svolgo bene il mio lavoro da un punto di vista professionale, in attesa che nascano altri autori e grandi attori. A me basta già questo: tenere alto il livello del teatro, in attesa di altri “monumenti”.</i></span></div>
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<span style="color: #20124d; font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;"><br /></span></div>
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<span style="color: #20124d; font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;">L’idea di questo artista trasparente, che non si rammarica di non essere lui sotto i riflettori, ma è felice di farsi da parte, perché attraverso il suo lavoro l’attenzione di chi lo osserva possa accentrasi su ciò che è venuto prima di lui e che forse è stato più grande di lui e che attraverso il suo lavoro può ancora parlare e dire quello che è stato, mi sembra il dato più significativo della personalità artistica di Luca e allo stesso tempo mi pare una possibile spiegazione della sua relativa invisibilità agli occhi della cultura teatrale del nostro tempo. Invisibile non per il pubblico, che lo ha amato doppiamente in quanto Luca e in quanto figlio di Eduardo, ma per una bella fetta della nostra critica che ha visto in lui, un po’ pigramente, <i>solo </i>l’erede di quella tradizione.</span><br />
<a name='more'></a></div>
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<span style="color: #20124d; font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;"><br /></span>
<span style="color: #20124d; font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;">Il Novecento è il secolo meno adatto forse ad apprezzare l’arte e la missione artistica di Luca De Filippo, per una serie di ragioni che telegraficamente, e anche un po’ sommariamente, andrò a elencare.</span></div>
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<span style="color: #20124d; font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;"><br /></span></div>
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<span style="color: #20124d; font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;">La prima è proprio quella totale assenza di egocentrismo che la dichiarazione di Luca rivela. Il culto della personalità che d’Annunzio, artista moderno per eccellenza, incarna in modo plateale e che diventerà una marca della cultura novecentesca, è totalmente estraneo al carattere e alla poetica di un artista come Luca De Filippo.</span></div>
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<span style="color: #20124d; font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;">Interessato alle rotture più che alla conservazione e alla trasmissione, il Novecento delle avanguardie fa punto e a capo e rompe col passato, esaltando come valore assoluto l’originalità in arte. In questo quadro, la missione di un uomo di teatro come Luca De Filippo (così come, prima di lui, quella di suo padre) si fa particolarmente ardua, rappresentando un’eccezione in un panorama culturale che non ama la continuità, e che si illude di poter ricominciare tutto da capo.</span></div>
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<span style="color: #20124d; font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;"><br /></span></div>
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<span style="color: #20124d; font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;">Un secondo punto. Una cultura come quella novecentesca, malata di idealismo, guarda con un certo disgusto tutto ciò che ha a che fare con gli aspetti materiali della vita e dell’esperienza artistica: osanna l’Arte, con la A maiuscola, e snobba il mestiere. Come può essere congeniale allora questa cultura a un artista come Luca che non perde occasione per ricondurre il suo lavoro a una dimensione normale, ordinaria, concreta, artigianale? Nel frammentario racconto della sua carriera, faticosamente estortogli in qualche occasione (perché Luca non amava parlare di sé) emerge continuamente il tentativo di sottrarsi alla retorica dell’Arte Bella, della Missione, della Vocazione concepita come una folgorazione sulla via di Damasco, e si legge invece lo sforzo di riportare all’interno di quell’esperienza anche gli aspetti tecnici e pratici che suo padre gli ha insegnato, fondando la sua formazione di uomo di teatro, non solo sulle questioni artistiche del lavoro di attore e regista, ma anche su quelle strutturali dell’organizzazione, dell’impresa economica, che lo portano, ancora molto giovane, a soli 32 anni, ad assumersi l’onere del capocomicato. Per inciso va detto che proprio la sottovalutazione di questi aspetti strutturali, la contrapposizione fra Arte e botteghino, ha segnato nel Novecento la fine di tante esperienze artistiche anche molto importanti, condannate a morte ancora prima di nascere dal velleitarismo e dall’ignoranza delle più elementari regole d’impresa.</span></div>
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<span style="color: #20124d; font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;"><br /></span></div>
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<span style="color: #20124d; font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;">Luca parla quindi del suo lavoro teatrale come di un mestiere qualunque, un’attività per la quale è stato formato e che serve, né più né meno come gli altri lavori, a portare a casa i soldi per vivere. Può sembrare poco agli idealisti, ma pensiamo come sarebbe bello un teatro che serve agli uomini come il pane, una cultura accessibile e “normale”, i cui esponenti non si sentono (cito Luca) “meglio degli altri”, “più bravi”, “più intellettualmente evoluti”, ma persone comuni.</span></div>
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<span style="color: #20124d; font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;"><br /></span></div>
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<span style="color: #20124d; font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;">Lo stesso understatement Luca lo rivela quando gli si chiede qualcosa del suo lavoro, qualche segreto del mestiere, qualche insegnamento fondamentale. Così, a Vincenzo Mollica, che gli chiede quale sia l’insegnamento più importante avuto da suo padre, risponde ricordando la raccomandazione di Eduardo: “Mettiti il cappello quando esci da teatro, se no ti prendi un raffreddore”. Una risposta alla Cechov.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: #20124d; font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;">Così, il compito dell’artista è quello di fare un lavoro, non un capolavoro, e aggiungo che se poi capolavoro dovrà essere lo deciderà qualcun altro, non certo l’artista che si accinge all’opera.</span></div>
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<span style="color: #20124d; font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;"><br /></span></div>
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<span style="color: #20124d; font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;">Interrogato sui segreti del mestiere, Luca sostiene di non poter rispondere, salvo poi farlo in modo impeccabile su alcuni aspetti tecnici del lavoro di attore e regista, come dimostreranno gli interventi della giornata di domani. E qui sta un altro punto che allontana Luca dal Novecento: l’estenuante bisogno di teoria (altro aspetto forse della vocazione idealistica del secolo breve). Non mi si fraintenda, non si parla qui di quella tensione teorica che corrisponde al desiderio di comprendere più a fondo i fenomeni, ma piuttosto di quella caricatura di un discorso critico che al primo vagito corre subito a trovare definizioni e formule, pensando con questo di dare alle cose un’autorevolezza che di per sé non avrebbero. È questa una malattia da cui Luca è completamente immune, e che anzi gli provoca, quando gli altri ne sono affetti, reazioni allergiche. Forse perché sa, con tutto il rispetto per l’ottimo Mollica, che solo le esigenze di una fulminea sintesi televisiva possono far condensare in una battuta l’insegnamento di una vita. L’esperienza è qualcosa che solo in percentuali infinitesimali può essere trasmessa a parole. Anche in questo Luca sembra aver messo in pratica l’insegnamento di suo padre: “Il teatro si fa, non si discute”. Perché il teatro, per l’attore, per lo spettatore, anche per il critico onesto, è arte basata sull’esperienza, che si trasmette attraverso l’osservazione, la pratica, non attraverso formule e precetti, e quindi è fondamentalmente arte del silenzio.</span></div>
<div style="text-align: right;">
<span style="color: #20124d; font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;"><i>Paola Quarenghi</i></span></div>
<br />Laura Fioravantihttp://www.blogger.com/profile/07574653349276472721noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-1347378963800609724.post-75411818153055483342016-04-13T18:14:00.001+02:002016-04-27T19:34:36.945+02:00"Tre giorni per conoscere Luca De Filippo". Seminario sull'erede di una nobile tradizione<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjusM0qhb-DvSvDs1bwZmX1q5AkWK79oHkc9xbIrCCTgtAcgP8NMBMK91wKYJgTd5rZBijZPIuQHw-2mCUOfxuZeNDTmUGm1vyPtrXg40ec726eqaRL0MBp5HP8OdSPVXWCmXsjBYewjTly/s1600/Foto_Luca.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjusM0qhb-DvSvDs1bwZmX1q5AkWK79oHkc9xbIrCCTgtAcgP8NMBMK91wKYJgTd5rZBijZPIuQHw-2mCUOfxuZeNDTmUGm1vyPtrXg40ec726eqaRL0MBp5HP8OdSPVXWCmXsjBYewjTly/s200/Foto_Luca.jpg" width="198" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
Il <b>20, 21</b> e <b>22 aprile</b> prossimi si terrà a Roma, presso le <a href="https://www.google.it/maps/place/Ex+Vetrerie+Sciarra/@41.8990889,12.5155333,17z/data=!3m1!4b1!4m2!3m1!1s0x132f619b58296159:0x2af9ea1f2990a9d?hl=it" target="_blank"><b>Vetrerie Sciarra, Aula Levi della Vida</b>, in via dei Volsci 122</a>, un seminario dedicato a Luca De Filippo, recentemente scomparso. L’organizzazione è a cura di Antonella Ottai, con il contributo di Paola Quarenghi, entrambe docenti di teatro e studiose di Eduardo e dei De Filippo, autrici di numerosi e fondamentali saggi e studi critici sull’argomento. </div>
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<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Il laboratorio, che ha per titolo <b><i>“Tre giorni per conoscere Luca De Filippo. Seminario su uno degli ultimi rappresentanti della tradizione delle famiglie d’arte”</i></b>, si propone, attraverso il contributo di studiosi, attori e collaboratori di Luca De Filippo, di analizzare il prezioso e costante impegno da lui portato avanti nel corso della sua lunga carriera nel dare vita alla continuità con la grande tradizione teatrale della quale è stato erede. Uomo di teatro completo, Luca ha riunito in sé i ruoli di capocomico, regista, interprete, custode ed amministratore oculato e lungimirante della produzione drammaturgica paterna, realizzando alla lettera l’esortazione di Eduardo a considerare la tradizione come un trampolino verso l’innovazione. </div>
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<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Obiettivo quindi del seminario, <i>«al di là dell’omaggio che la persona specifica merita per la qualità della sua attività come per la discrezione e l’intelligenza con cui l’ha vissuta, lontana dai clamori mediatici, il laboratorio che qui si propone risponde alla necessità, non soltanto di studiare e di far conoscere genericamente ai più giovani la peculiarità della tradizione di cui Luca De Filippo era uno degli ultimi grandi rappresentanti, ma di analizzare invece in modo più dettagliato di quale lavoro sia intessuta la continuità, quali siano i mestieri a rischio scomparsa che la tengono in vita, quali minute differenze articolino la lettura e l’interpretazione dei testi, attualizzandone di volta in volta il senso; cosa significhi far vivere la memoria – anche ricorrendo alle tecnologie digitali – di un teatro che è la storia del nostro Novecento. E che tale è diventato anche grazie all’opera di Luca De Filippo</i>».<br />
<a name='more'></a></div>
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Questo il programma delle tre giornate:</div>
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<br /></div>
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<b><span style="color: #20124d;"><u>I giornata. 20 aprile 2016, ore 19-21</u></span></b></div>
<div style="text-align: justify;">
<b><i><span style="color: #20124d;">Breve storia di una compagnia all’“antica”</span></i></b></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: #20124d;">Introduce e coordina Paola Quarenghi, docente di teatro e studiosa dell’opera di Eduardo De Filippo.</span></div>
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</div>
<ul>
<li><span style="color: #20124d;">Saluti della Professoressa Marina Righetti, Direttrice del Dipartimento di Storia dell’arte e Spettacolo, e della Professoressa Valentina Valentini, docente di teatro</span></li>
<li><span style="color: #20124d;"><i>Luca De Filippo figlio d’arte</i>. Proiezione di alcuni materiali video</span></li>
<li><span style="color: #20124d;"><i>L’arte del silenzio</i>: breve introduzione di carattere storico di Paola Quarenghi</span></li>
<li><span style="color: #20124d;"><i>Compagni di strada</i>: Testimonianze di Angelica Ippolito, attrice con Luca nella compagnia di Eduardo, e Gianfelice Imparato, attore di teatro e cinema, che ha sostituito Luca De Filippo nelle repliche di <i>Non ti pago</i></span></li>
<li><span style="color: #20124d;"><i>Lavorare in compagnia</i>: Conversazione con gli attori e i collaboratori di Luca, condotta da Antonio Audino, critico teatrale e giornalista/conduttore di Radio3 Rai</span></li>
<li><span style="color: #20124d;"><i>Finale</i>: Breve estratto video: il saluto della compagnia al suo capocomico</span></li>
</ul>
<span style="color: #20124d;"><b><u>II giornata. 21 aprile 2016, ore 19-21</u></b></span><br />
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: #20124d;"><b><i>Di cosa è fatta la continuità?</i></b></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: #20124d;">Introduce e coordina Antonella Ottai, docente di teatro e studiosa dei De Filippo.</span></div>
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</div>
<ul>
<li><span style="color: #20124d;"><i>Il punto di arrivo, il punto di partenza</i>. Proiezione video</span></li>
<li><span style="color: #20124d;"><i>L’arte comica</i>: breve introduzione di carattere storico-critico di Antonella Ottai </span></li>
<li><span style="color: #20124d;"><i>Continuità e differenze</i>. Proiezione di materiali video a confronto</span></li>
<li><span style="color: #20124d;">Anna Barsotti, docente di teatro e studiosa dell’opera di Eduardo De Filippo: <i>Le voci di dentro</i> nella versione di Luca De Filippo</span></li>
<li><span style="color: #20124d;">Antonio Audino: <i>La grande Magia e Sogno di una notte di mezza sbornia</i></span></li>
<li><span style="color: #20124d;">Estratti video sull’arte dell’attor comico secondo Luca De Filippo</span></li>
<li><span style="color: #20124d;">Domande a Carolina Rosi De Filippo e agli eredi De Filippo su alcuni progetti futuri della compagnia</span></li>
<li><span style="color: #20124d;"><i>Finale</i>: Gianfranco Cabiddu presenta un estratto del suo film <i>La stoffa dei sogni</i>, tratto da <i>La tempesta</i> di Shakespeare-Eduardo, ultima apparizione cinematografica di Luca De Filippo </span></li>
</ul>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: #20124d;"><b><u>III giornata. 22 aprile 2016, ore 18-20</u></b></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: #20124d;"><b><i>Gli archivi e la memoria</i></b></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: #20124d;">Introduce e coordina Graziano Conversano, regista di film, documentari e dei contributi extra dell’edizione digitale delle commedie di Eduardo.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<ul>
<li><span style="color: #20124d;">Proiezione di alcuni materiali video</span></li>
<li><span style="color: #20124d;">Breve introduzione di Graziano Conversano sul rapporto fra teatro e media nel lavoro di Luca De Filippo: Presentazione di <i>Filumena Marturano</i> (estratti video), nella versione della compagnia di Luca De Filippo, regia di Francesco Rosi</span></li>
<li><span style="color: #20124d;">Alex Ponti, produttore dei dvd delle commedie di Eduardo in televisione, di cui Luca è stato coordinatore artistico (un caso straordinario nel suo genere, per modalità di realizzazione e per fatturato) parla della politica editoriale digitale di Luca De Filippo nei confronti delle commedie paterne, dal dvd alla rete, e del suo interesse sempre costante per le nuove tecnologie</span></li>
<li><span style="color: #20124d;">Maria Procino: <i>Da Eduardo a Luca: la memoria, la conservazione e la valorizzazione degli archivi De Filippo</i> </span></li>
<li><span style="color: #20124d;">Conclude Ferruccio Marotti, Professore emerito, che invitò Eduardo all’Università e creò il primo archivio audiovisivo a lui dedicato</span></li>
</ul>
<span style="color: #20124d;"><br /></span>
<br />
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: #20124d;"></span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgl-9MpYDyqqTesKaKSwzq0S4WLCjjQMYCsi82uhipsmP0934HTbrL17krYyMqwJSb5EuY3mj1YVPaGA8sklWluSTuLfhAqhOxl_TYAlux5moY8jvcfmsZJRkdbmHxPdgxvs3XT56FL53LV/s1600/Locandina.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="636" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgl-9MpYDyqqTesKaKSwzq0S4WLCjjQMYCsi82uhipsmP0934HTbrL17krYyMqwJSb5EuY3mj1YVPaGA8sklWluSTuLfhAqhOxl_TYAlux5moY8jvcfmsZJRkdbmHxPdgxvs3XT56FL53LV/s400/Locandina.jpg" width="450" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
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<br /></div>
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<br /></div>
Laura Fioravantihttp://www.blogger.com/profile/07574653349276472721noreply@blogger.com3tag:blogger.com,1999:blog-1347378963800609724.post-20927810488668579282015-12-02T15:27:00.000+01:002016-01-02T22:13:24.530+01:00«Io sono la tua Compagnia»<div style="text-align: center;">
<span style="color: #073763; font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;">«Io sono la tua Compagnia,</span></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="color: #073763; font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;">io sono chi cominciò con te,</span></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="color: #073763; font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;">io sono il testimone di quel momento, di quel tuo entusiasmo.</span></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="color: #073763; font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;">Io sono stato il compagno di avventure, sono l’amico.</span></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="color: #073763; font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;">Io sono tutti, attori e tecnici, da quell’inizio ad oggi.</span></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="color: #073763; font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;">Io sono chi ha guardato nei tuoi occhi, malinconici e teneri</span></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="color: #073763; font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;">che ci hanno guidato da maestro e da padre.</span></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="color: #073763; font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;">Io sono Persona, come volevi tu, prima ancora che professionista.</span></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="color: #073763; font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;">Mi hai insegnato ad amare il Teatro per come merita di essere amato.</span></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="color: #073763; font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;">Io sono chi hai scelto con uno sguardo e con un sorriso hai accolto.</span></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="color: #073763; font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;">Io sono stato la tua famiglia e tu la mia.</span></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="color: #073763; font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;">Io sono colui che ha inchiodato, cucito, infiocchettato, tirato, legato, illuminato</span></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="color: #073763; font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;">e organizzato fino a notte fonda,</span></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="color: #073763; font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;">nel più piccolo, come nel più grande teatro</span></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="color: #073763; font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;">perché tutto, dovunque, doveva essere al posto giusto.</span></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="color: #073763; font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;">Io in scena sono stato il tuo avvocato, la portiera, il ragioniere, l’amante,</span></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="color: #073763; font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;">il fratello, la moglie, il figlio, la figlia, il maggiordomo, la cameriera.</span></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="color: #073763; font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;">Io sono stato principe e principessa,</span></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="color: #073763; font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;">perché tu sei il mio re.</span></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="color: #073763; font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;">Io sono colui che ha ascoltato i tuoi silenzi, le tue canzoni napoletane,</span></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="color: #073763; font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;">sono colui che ha brindato con te e ha riso a tutte le tue battute.</span></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="color: #073763; font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;">Io sono il saluto di tutte queste persone</span></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="color: #073763; font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;">che nel corso di questi trentacinque anni sono state</span></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="color: #073763; font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;">la Compagnia di Luca</span></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="color: #073763; font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;">e ti ringraziano, Luca, per averli messi a parte e formati a una nobile scuola </span></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="color: #073763; font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;">che tu avevi naturalmente ereditato e generosamente hai condiviso.</span></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="color: #073763; font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;">Io sono chi ha cercato sempre di essere degno di te.</span></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="color: #073763; font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;">Io sono la tua Compagnia</span></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="color: #073763; font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;">e ti dico grazie per avermi dato, per avermi lasciato tanto,</span></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="color: #073763; font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;">Carolina, i tuoi meravigliosi figli.</span></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="color: #073763; font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;">Io sono la tua Compagnia,</span></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="color: #073763; font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;">io sono e sarò sempre con te,</span></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="color: #073763; font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;">tu sei e sarai sempre con la tua Compagnia».</span><br />
<span style="color: #073763; font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;"><br /></span>
<br />
<div style="text-align: right;">
<span style="color: #073763; font-family: Verdana, sans-serif; font-size: x-small;">Compagnia di Teatro di Luca De Filippo</span></div>
<div style="text-align: left;">
<span style="color: #073763; font-family: Verdana, sans-serif; font-size: x-small;">Teatro Argentina</span></div>
<div style="text-align: left;">
<span style="color: #073763; font-family: Verdana, sans-serif; font-size: x-small;">Roma, 30 novembre 2015</span></div>
</div>
<div style="text-align: center;">
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
</div>
<div style="text-align: center;">
<br /></div>
<div style="text-align: center;">
<iframe allowfullscreen="" frameborder="0" height="309" src="https://www.youtube.com/embed/CIxzmrIievY?rel=0" width="550"></iframe>
</div>
<div style="text-align: center;">
<br /></div>
<div style="text-align: center;">
<br /></div>
Laura Fioravantihttp://www.blogger.com/profile/07574653349276472721noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1347378963800609724.post-58591875059995109452015-11-27T22:16:00.001+01:002017-11-26T16:08:40.133+01:00Addio, Luca<div style="text-align: justify;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhkfRnJsNwrk8HEHh3wAPf_lbXy2ojsn2k0a22wSzhUPdWxBTuB2yQ1IF99TRpX-Bl_StkA3zXcZIsAC7-5GoUoyi9mWK9ece6OEcMkzejD8cwRBWVZtWPsJjJkjzdq1dvlHpH0fGfJ0BWR/s1600/lucadefilippo.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhkfRnJsNwrk8HEHh3wAPf_lbXy2ojsn2k0a22wSzhUPdWxBTuB2yQ1IF99TRpX-Bl_StkA3zXcZIsAC7-5GoUoyi9mWK9ece6OEcMkzejD8cwRBWVZtWPsJjJkjzdq1dvlHpH0fGfJ0BWR/s320/lucadefilippo.jpg" width="238" /></a>La notizia è iniziata a circolare oggi pomeriggio. Luca De Filippo è morto a Roma, in punta di piedi, come nel suo stile.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Non ho avuto l'onore di conoscerlo personalmente ma ho avuto la fortuna di incrociare la sua strada diverse volte negli anni, oltre ad averlo applaudito in teatro ogni volta che mi è stato possibile.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Ho un ricordo particolarmente caro di quest'uomo schivo e riservato, che risale a venticinque anni fa. Stagione teatrale 1989-'90, da poco avevo scoperto la mia passione per il teatro di Eduardo. Al Teatro Giulio Cesare di Roma era in scena la Compagnia di Luca De Filippo con la commedia "Non ti pago" (la stessa, tra l'altro, nella quale Luca stava recitando fino a qualche settimana fa). Un'occasione da non perdere per me. Il pomeriggio in cui andai a comperare i biglietti per lo spettacolo, ebbi la fortuna di imbattermi proprio in Luca che arrivava in quel momento a teatro. Lo fermai, gli chiesi di firmarmi la locandina dello spettacolo che avevo chiesto al botteghino e lui, molto gentilmente, la autografò. La cosa avrebbe potuto concludersi lì e non ci sarebbe stato nulla di particolare ma, sorprendendo un po' anche me stessa, gli dissi che avevo un grande desiderio, quello di poter vedere un palcoscenico dietro le quinte. Lui fu molto cortese e mi disse: «La sera in cui verrà a vedere la commedia, passi in camerino dopo lo spettacolo e la porterò a fare un giro dietro le quinte». La sera dello spettacolo, alla fine della rappresentazione, andai a bussare al camerino, non nutrendo in verità molte speranze. E invece lui si ricordò della promessa e portò me ed i miei amici a visitare le quinte, il palcoscenico, si soffermò a darci spiegazioni e a rispondere alle mie domande. Non dimenticai mai la sua gentilezza e la semplicità con la quale ci dedicò un po' del suo tempo e mi conquistò definitivamente.</div>
<br />
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<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg_Im08vLKptKT3wf3-aXdUA7IVPZUMbCZhoGNbgBPo_-EZ46RPlsdxm1DL4BCEdMyW0srI9gdPdxFcnRAHsFHX1d_oO1CLZW8R02rqL6JILwcZObf0ZxNK5-oTT-DXxeqR3Xfn8Swjz4j2/s1600/12301664_10207016445402447_7644573608510274817_n.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" height="213" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg_Im08vLKptKT3wf3-aXdUA7IVPZUMbCZhoGNbgBPo_-EZ46RPlsdxm1DL4BCEdMyW0srI9gdPdxFcnRAHsFHX1d_oO1CLZW8R02rqL6JILwcZObf0ZxNK5-oTT-DXxeqR3Xfn8Swjz4j2/s320/12301664_10207016445402447_7644573608510274817_n.jpg" width="320" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
Nel corso degli anni ho avuto modo di sentirlo parlare in diverse occasioni, presentazioni di libri, convegni, eventi celebrativi. Tornai di nuovo a salutarlo in camerino qualche anno fa, al Teatro Argentina, dopo una bellissima "Filumena Marturano". Anche in quell'occasione spese qualche minuto a sfogliare la copia del libro di suo padre "<i>'O canisto</i>", del quale ero da poco entrata in possesso dopo anni di ricerche. Uscimmo insieme, conversando lungo il corridoio che dai camerini portava fuori dal teatro. Ancora una volta mi colpì la sua cortesia, la sua semplicità, l'assenza assoluta di qualunque forma di divismo.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
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Ha saputo indossare il suo ingombrante cognome con classe ed andandone sempre fiero, senza tuttavia ostentarlo. Ha dovuto costantemente subire l'esame di tutti coloro che, vedendolo recitare, lo mettevano a confronto con il suo inarrivabile padre. Ha saputo portare avanti con grande amore, passione ed intelligenza l'enorme eredità culturale lasciata da Eduardo contribuendo a mantenere vivo il suo teatro. </div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
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In un'epoca in cui l'ignoranza, l'arroganza e l'ostentazione del nulla regnano sovrane, ci mancherà questo uomo elegante e gentile che, come tutti i veri grandi, ha fatto della sua cultura e della sua intelligenza le sue uniche armi.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Grazie, Luca.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<div style="text-align: center;">
<br /></div>
</div>
<div style="text-align: center;">
<iframe allowfullscreen="" frameborder="0" height="375" src="https://www.youtube.com/embed/awyi0xedKDs?rel=0" width="500"></iframe>
</div>
<div style="text-align: center;">
<br /></div>
Laura Fioravantihttp://www.blogger.com/profile/07574653349276472721noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1347378963800609724.post-50729223190276908092015-10-31T16:43:00.003+01:002015-10-31T16:43:54.694+01:00Il teatro, una conversazione di vita<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj4peuV8EWdhZA7yRiob-k2CnVoQ5Ml422cFoTWPD2Uxe3z0rLV8nip9btrANGYtPvIz1XLnQfUlB8MKxgHJyWWvNi09uwrFOxAXytwMu6_xZzubDF0JTkxCsVELrwYhvRZKBttw17Ej_Cu/s1600/Anniversario+2015.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="325" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj4peuV8EWdhZA7yRiob-k2CnVoQ5Ml422cFoTWPD2Uxe3z0rLV8nip9btrANGYtPvIz1XLnQfUlB8MKxgHJyWWvNi09uwrFOxAXytwMu6_xZzubDF0JTkxCsVELrwYhvRZKBttw17Ej_Cu/s400/Anniversario+2015.jpg" width="500" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
<i><span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif; font-size: large;"><br /></span></i></div>
<div style="text-align: justify;">
<i><span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif; font-size: large;">«Qualcuno - non ricordo chi, né le parole precise - ha detto che Eduardo ha inventato nel teatro il primo piano: nel senso che quel suo volto che potremmo dire essenziale - scavato, sofferente, saggio - e quel suo essenziale gestire rendevano al teatro, eccezionalmente, quella peculiarità che è del cinema. Pur includendo lo spazio scenico, al momento in cui Eduardo entrava in scena lo sguardo dello spettatore acquistava la capacità, come si dice nel gergo cinematografico e televisivo, di "zummare" sul suo volto, sulle sue mani, sul suo passo. E ciò credo accadesse per un fenomeno di "denaturalizzazione" del teatro, del luogo teatrale, che Eduardo riusciva a operare: e cioè di sottrarlo alla convenzione e di restituirlo alla realtà.</span></i></div>
<div style="text-align: justify;">
<i><span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif; font-size: large;">Viene di pensare a quel racconto di Borges, in cui Averroé, traducendo Aristotele, si ferma alle ignote parole "tragedia" e "commedia", non accorgendosi che bastava guardare fuori dal balcone perché la vita gliene offrisse il significato. È un racconto che il teatro di Pirandello e il teatro di Eduardo irresistibilmente richiamano alla memoria: come di un passare dalla vita al teatro senza scarti, senza fratture, inventando nella vita e nel teatro, facendo del teatro una conversazione di vita».</span></i></div>
<div style="text-align: right;">
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;">Leonardo Sciascia, <i>L'Espresso</i>, 5 novembre 1984</span></div>
Laura Fioravantihttp://www.blogger.com/profile/07574653349276472721noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1347378963800609724.post-9949150431682115082015-10-21T22:55:00.001+02:002016-11-23T17:04:06.603+01:00La stoffa dei sogni<div style="text-align: justify;">
Può apparire quasi sorprendente come, a distanza di ormai trentuno anni dalla sua scomparsa, Eduardo possa essere ancora così presente, da protagonista e in una veste senz'altro attuale, sulla scena italiana. Non mi riferisco alle sue commedie, che compaiono sempre nei cartelloni di ogni stagione teatrale, ma al fatto che quanto ci ha lasciato in eredità continui a dare frutti.</div>
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<br /></div>
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<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjH4d03VSYAyMm28pliy-ZjAxN99k3ehI4mgCK6eofBqCqpP0bnzusH3JHgiFohOt0X2TpMaO7EttLmX1jpfIk4PimrF2ez8wwCGkLOOl7ytytZJ2SlXoEEe49Ow9vl2oaCMgADd5MNStIE/s1600/stoffa+dei+sogni.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="240" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjH4d03VSYAyMm28pliy-ZjAxN99k3ehI4mgCK6eofBqCqpP0bnzusH3JHgiFohOt0X2TpMaO7EttLmX1jpfIk4PimrF2ez8wwCGkLOOl7ytytZJ2SlXoEEe49Ow9vl2oaCMgADd5MNStIE/s320/stoffa+dei+sogni.jpg" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><i>Sergio Rubini nei panni di Oreste Campese</i></td></tr>
</tbody></table>
Il 14 ottobre scorso, nella serata di pre apertura della <i>Festa del Cinema di Roma</i>, è stato proiettato il film <i>"La stoffa dei sogni",</i> diretto da Gianfranco Cabiddu ed interpretato, tra gli altri, da Sergio Rubini ed Ennio Fantastichini.</div>
<div style="text-align: justify;">
Si tratta di un interessantissimo progetto che vede nuovamente accostati Eduardo e Shakespeare. Come è noto, Eduardo dedicò l'ultimo periodo della sua vita alla traduzione in napoletano de <i>"La tempesta" </i> di Shakespeare. Gianfranco Cabiddu ebbe un ruolo importante nella realizzazione di questa impresa, avendo seguito le fasi di registrazione della <i>Tempesta,</i> nella quale Eduardo diede voce a tutti i personaggi maschili. Il film che ora ha realizzato interseca la storia narrata da Shakespeare con quella di Oreste Campese e dei suoi poveri comici, protagonisti della commedia eduardiana <i>"L'arte della commedia"</i>, testo nel quale Eduardo scolpisce la sua visione del teatro e dell'importanza che attribuisce all'arte alla quale ha dedicato la vita.<br />
<a name='more'></a></div>
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<i><br /></i>
<i>"La stoffa dei sogni"</i> dovrebbe arrivare a breve nelle sale e, leggendo le critiche all'indomani della sua presentazione, sembra essere davvero un piccolo gioiello. Oltre agli espliciti richiami alle opere teatrali che lo hanno ispirato, il pensiero è andato immediatamente all'esperienza legata alla rappresentazione della <i>Tempesta</i> tradotta da Eduardo e realizzata dai detenuti di Rebibbia. Il film infatti è ambientato nell'isola-carcere dell'Asinara dove giungono, a seguito di un naufragio, una piccola compagnia di guitti a cui si sono mescolati quattro camorristi che avrebbero dovuto scontare la pena proprio sull'isola. Costoro però costringono il capocomico a farli passare per attori della compagnia. Il direttore del penitenziario pretenderà che venga organizzata una rappresentazione teatrale per individuare i falsi attori. Altra suggestione, forse unicamente mia personale, mi è stata fornita dalla foto di scena che ritrae Sergio Rubini nei panni di Oreste Campese mentre guida le prove dello spettacolo improvvisato e che mi ha ricordato Sik-Sik con il suo kimono...</div>
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<br /></div>
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In maniera come sempre mirabile, Paola Quarenghi ha descritto questo imperdibile film:</div>
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<blockquote class="tr_bq" style="text-align: justify;">
<span style="color: #20124d; font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;">[...] il teatro rappresenta, come avviene anche in Shakespeare, una zona franca, dove l’impossibile è possibile; un gioco semplice, ma anche il luogo di misteriose rivelazioni. Così, in questo spettacolo di poveri guitti, non ci sono più comici e camorristi infiltrati, ma solo attori; e non è strano che Calibano, di fronte a quella esperienza nuova per lui che è il teatro, a quel linguaggio misterioso che gli intenerisce il cuore, si metta a parlare con la voce degli uccelli; e che uno dei detenuti ingaggiati per poter coprire i ruoli mancanti, dopo essere stato spinto in scena a forza ed essersi rifiutato di dire la sua battuta, si tolga la buffa maschera che lo nasconde e cominci a parlare, attraverso il suo personaggio, di sé, della propria condizione. [...] Non è strano, se accettiamo l’idea che il teatro sia un luogo di rivelazioni (discovery place si chiamava nel palcoscenico elisabettiano quell’apertura centrale chiusa da una tenda, nella quale riapparivano personaggi scomparsi, avvenivano rivelazioni, le statue prendevano misteriosamente vita) e se diamo retta al capocomico eduardiano dell’Arte della commedia, secondo il quale, se qualcosa avviene sulla scena, qualcosa di analogo, nel mondo reale, o c’è già stato o ci sarà. Certo sarebbe bello che quella pacificazione, quel patto di solidarietà fra uomo e uomo e uomo, fra uomo e natura, di cui parla La tempesta, potesse realizzarsi davvero anche fuori dal palcoscenico... Ma se non può fare miracoli, il teatro può almeno far nascere desideri, far sentire bisogni, far immaginare qualcosa che non c’è, o non c’è ancora</span>. (<i>leggi la recensione completa su <a href="http://www.doppiozero.com/materiali/scene/la-stoffa-dei-sogni" target="_blank">doppiozero</a></i>)</blockquote>
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<iframe allowfullscreen="" frameborder="0" height="281" src="https://www.youtube.com/embed/jaEtQtb_IkY?rel=0" width="500"></iframe></div>
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<hr />
<b><i style="background-color: yellow;"><span style="color: #20124d;">Leggi anche</span></i></b><br />
<a href="http://eduardo-vocididentro.blogspot.it/2011/01/8-gennaio-1965-larte-della-commedia.html" target="_blank"><b>8 gennaio 1965. L'arte della commedia</b></a><br />
<a href="http://eduardo-vocididentro.blogspot.it/2010/05/eduardo-traduce-shakespeare.html" target="_blank"><b>Eduardo traduce Shakespeare</b></a><br />
<a href="http://eduardo-vocididentro.blogspot.it/2011/09/tempeste.html" target="_blank"><b>Tempeste</b></a><br />
<a href="http://eduardo-vocididentro.blogspot.it/2012/01/eduardo-e-shakespeareparole-di-voce-e.html" target="_blank"><b>Eduardo e Shakespeare. Parole di voce e non di inchiostro</b></a><br />
<a href="http://eduardo-vocididentro.blogspot.it/2014/05/la-tempesta-tradotta-da-eduardo-torna.html" target="_blank"><b>"La Tempesta" tradotta da Eduardo torna alla Sapienza di Roma</b></a><br />
<a href="http://eduardo-vocididentro.blogspot.it/2014/12/isabella-laltra-meta-di-eduardo.html" target="_blank"><b>Isabella, l'altra metà di Eduardo</b></a><br />
<br />Laura Fioravantihttp://www.blogger.com/profile/07574653349276472721noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1347378963800609724.post-18142776613042187292015-07-11T00:09:00.000+02:002015-07-12T17:05:38.911+02:00Figli e figliastri. Vincenzo Scarpetta esce dall'armadio dei ricordi<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgfaOdkLf5jYjQ9reVnnXVYJKjQoLj3oVDDblM5SOWw4DfZvejy6rDF4xIVd6QbKspGTCb4OK0oh4kqt5Yul9E-8fPHgtaonPFhPkPxTwcQr5dtCFeS7JlZZ5uIy1o3L86g3IhZEQdvydNj/s1600/Vincenzo+Scarpetta.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="300" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgfaOdkLf5jYjQ9reVnnXVYJKjQoLj3oVDDblM5SOWw4DfZvejy6rDF4xIVd6QbKspGTCb4OK0oh4kqt5Yul9E-8fPHgtaonPFhPkPxTwcQr5dtCFeS7JlZZ5uIy1o3L86g3IhZEQdvydNj/s200/Vincenzo+Scarpetta.jpg" width="230" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><i>Foto: Archivio Privato<br />V. Scarpetta</i></td></tr>
</tbody></table>
<div style="text-align: justify;">
Il figlio di. Il fratello di. Il cognome ingombrante di un padre quasi leggendario, un fratellastro considerato a pieno titolo un mostro sacro del teatro italiano. E così Vincenzo Scarpetta è rimasto a lungo nella penombra, quasi nelle retrovie di una famiglia "<i>tanto lustra e illustrata</i>". Ora finalmente un volume appena pubblicato, il primo di tre previsti, ci offre la possibilità di scoprire, o riscoprire, un grande artista della scena napoletana della prima metà del Novecento.<br />
<br /></div>
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Percorrendo la biografia di Eduardo De Filippo, dai primi anni della sua formazione artistica e fino quasi alla nascita della compagnia "Il Teatro Umoristico" insieme a Titina e Peppino, spessissimo ci si imbatte nel nome di Vincenzo Scarpetta, nella cui compagnia Eduardo ha recitato a lungo ed a più riprese. Figlio legittimo del "patriarca" Eduardo, unico accanto a svariati fratelli naturali, nati da relazioni che suo padre ebbe con diverse donne, il destino di Vincenzo apparve scritto fin dalla più tenera età. Nato nel 1877, debuttò a dieci anni (anche se tre anni prima aveva già calcato il palcoscenico del Teatro Rossini a Napoli come interprete di una canzone) nel celeberrimo ruolo di <i>Peppeniello,</i> appositamente scritto per lui nell'altrettanto celebre commedia paterna <i>"Miseria e nobiltà"</i>. Pur mostrando fin da giovanissimo una spiccata predilezione ed un naturale talento per la musica, si trovò quasi "costretto" a dedicarsi invece alla recitazione per volontà del padre, il quale vide in lui il suo unico erede in palcoscenico. Questo tuttavia non impedì a Vincenzo di comporre canzoni, oltre alle musiche delle sue commedie, alcune delle quali concepite proprio in forma di parodie musicali. Tra le sue passioni anche il <i>café-chantant,</i> molto in voga nei primi anni del secolo scorso e che lo avvicinò alla cantante e ballerina Eugénie Fougère, con la quale visse una grande storia d'amore, fortemente osteggiata, ancora una volta, da Eduardo Scarpetta.<br />
<br />
<a name='more'></a>Ma i talenti di Vincenzo sono innumerevoli. Fu un grande autore e interprete di commedie <i>en travesti </i>e di riviste, si cimentò in spettacoli di trasformismo, sulla scia del genere che ebbe il massimo esponente in Leopoldo Fregoli, di cui il giovane Scarpetta fu uno strepitoso imitatore. Si dedicò inoltre anche al cinema (recentemente è stato ritrovato presso la cineteca di Olso il film <i>"Il gallo nel pollaio"</i> che lo vede protagonista, sottotitolato in norvegese e restaurato grazie al contributo della Fondazione Eduardo De Filippo). Quando suo padre iniziò ad allontanarsi dalle scene, per poi ritirarsi definitivamente nel 1909, Vincenzo "ereditò" anche il personaggio di Felice Sciosciammocca. Per rispetto ad Eduardo Scarpetta, che lo aveva creato identificandovisi totalmente, Vincenzo continuò a farlo rivivere nelle sue commedie, liberandolo tuttavia dal carattere fisso che aveva rivestito fino a quel momento e attribuendogli di volta in volta i tratti più diversi.<br />
<br />
Tuttavia, nonostante la sua poliedricità ed i successi che raccolse in vita, la sua bravura ed il suo talento col tempo furono offuscati dalla fama del padre e successivamente dei fratelli De Filippo. Qualche anno fa Maria Beatrice (Mariolina) Cozzi Scarpetta, moglie di uno dei nipoti di Vincenzo, decise di raccogliere l'invito che più volte sua suocera le aveva rivolto: andare ad aprire l'armadio a muro di Palazzo Scarpetta in cui giaceva l'eredità artistica de «<i>lu figlio de Scarpetta»</i>. Ne venne fuori un numero incredibile di copioni, ritagli di giornale, fotografie, spartiti, lettere. In breve, la vita di un grande artista quasi dimenticato.<br />
<br />
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<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEitHO_vNiG8UoxyRKqPd_P1EuGb0KDPcbR0cO3IoCodLTEl3hbT7z3dS1K_54rJ3krbffHCxLod5OcX7AbNDau43eZzSV5X0uKK_3GgtLOFMBt3GzfK5cqSaDBmWYejhRA7dGxwwzC7zetv/s1600/Copertina+VS.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEitHO_vNiG8UoxyRKqPd_P1EuGb0KDPcbR0cO3IoCodLTEl3hbT7z3dS1K_54rJ3krbffHCxLod5OcX7AbNDau43eZzSV5X0uKK_3GgtLOFMBt3GzfK5cqSaDBmWYejhRA7dGxwwzC7zetv/s320/Copertina+VS.jpg" width="213" /></a></div>
Mariolina trasferì tutto il materiale in casa propria, avviò un'accuratissima opera di sistemazione e di studio di quella mole di documenti e, dopo anni di lavoro appassionato, è giunta finalmente a restituire la meritata visibilità a Vincenzo Scarpetta con il volume <b>"Teatro (1910 - 1920)"</b>, pubblicato dall'editore Liguori. Introdotte da un profilo dell'autore della studiosa Cristiana Anna Addesso, vi sono pubblicate quattro commedie scritte nel decennio '10-'20 del secolo scorso. Oltre alla notissima <i>"'O tuono 'e marzo"</i>, già edita da Eduardo De Filippo per Einaudi insieme ad altre commedie di Scarpetta padre, e della quale lo stesso Eduardo ci ha lasciato una fortunata edizione televisiva, vengono presentati tre testi inediti: <i>"Statte attiento a Luisella", "La vendetta di Ciociò"</i> e <i>"'O guardiano 'e muglierema"</i>. Si tratta di opere di una comicità travolgente, con personaggi che danno vita a situazioni che si susseguono ad un ritmo incalzante. Tradimenti, scambi di persona, <i>qui-pro-quo</i> e colpi di scena a non finire. Leggendo queste commedie, non si può fare a meno di immaginarle riportate sul palcoscenico con scenografie e costumi; si riesce quasi a sentire l'inflessione della meravigliosa lingua napoletana che, a mio parere come poche altre, ha il dono innato di rendere viva la comicità, con espressioni assolutamente esilaranti. Ecco, ad esempio, come in <i>"Statte attiento a Luisella",</i> la mamma di una giovane cantante di varietà decanta le doti di sua figlia alla signora presso la quale ha lavorato come cuoca:<br />
<br />
<span style="color: #351c75;">FILOMENA Sissignore. N'artista, sapete. Io 'a verità m'era proprio seccata 'e sta vicino 'o ffuoco, nun era cchiù vita pe me, il carbone mi stava arrovinando la fantasia, me ne andai da voi e comme si aveva fare per vivere onestamente? Vedette che lei ci teneva una gran passione per fare la canzaiola... canzonettara... la canzonettista, la feci ributtare... e che uscì da quella bocca quando ributtò! </span><br />
<br />
A questo proposito, credo valga la pena sottolineare come, pur trattandosi di copioni destinati ad essere rappresentati in teatro, sono testi per i quali anche la semplice lettura risulta ugualmente piacevolissima.<br />
<br />
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhPp9SuOgY4390bSf10uO8JQBNIdp-fS42WnodVTZoDBBFCX-1dFHUNoZehhw3dECRbYb9uDfzLVt4QbEyw91QYfyuewbKDwP9Uii6QiyhZPFu3X-zG4rbi2r-c6EpJJBSToDgPln0Z-sYq/s1600/Presentazione2.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" height="230" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhPp9SuOgY4390bSf10uO8JQBNIdp-fS42WnodVTZoDBBFCX-1dFHUNoZehhw3dECRbYb9uDfzLVt4QbEyw91QYfyuewbKDwP9Uii6QiyhZPFu3X-zG4rbi2r-c6EpJJBSToDgPln0Z-sYq/s200/Presentazione2.jpg" width="173" /></a>Il volume è uscito nelle librerie poco più di un mese fa e lo scorso 2 luglio è stato presentato nell'incantevole spazio del Sottopalco del Teatro Bellini di Napoli. Accanto a Mariolina Cozzi Scarpetta sono intervenute la scrittrice e critica teatrale Delia Morea e Cristiana Anna Addesso, autrice della nota biografica di Vincenzo Scarpetta. Ad arricchire l'evento, la presenza degli attori Antonio Buonanno ed il giovane Eduardo, figlio di Mario Scarpetta, che porta avanti la tradizione di questa grande famiglia di artisti. I due hanno interpretato alcune scene tratte dalle commedie pubblicate nel volume.<br />
<br />
<table align="center" style="height: 200px; width: 500px;">
<tbody>
<tr><td><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhIOuxOWpkcWYsYqJHRpIdx6bTrkKSJ__8mhFmYtf1EOx_hECbClVTSSpYHpN4iSnmq2WImkLQi6MY7OKzTrI3bYYWWOc9M7H0SCUJmZtGbrFegQkr3WdKsCg-c9PFBkU0C6THvj5atz1Ml/s1600/Presentazione3.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="195" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhIOuxOWpkcWYsYqJHRpIdx6bTrkKSJ__8mhFmYtf1EOx_hECbClVTSSpYHpN4iSnmq2WImkLQi6MY7OKzTrI3bYYWWOc9M7H0SCUJmZtGbrFegQkr3WdKsCg-c9PFBkU0C6THvj5atz1Ml/s320/Presentazione3.jpg" width="260" /></a></div>
<br /></td><td><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEizfRe0Ea7o0Xde-EFasku1ngM5y1zivin9DqwoDN6iQ5Dd8A0YetCVrDhnHXHSxKyV1xafeEDrkXSzBEA3XYK-oniH1ftDd8OyR7YCzzYrtX1gRzlXSRhPiu_vseFgWc_fvDSuwj_zcMT9/s1600/Presentazione1.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" height="195" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEizfRe0Ea7o0Xde-EFasku1ngM5y1zivin9DqwoDN6iQ5Dd8A0YetCVrDhnHXHSxKyV1xafeEDrkXSzBEA3XYK-oniH1ftDd8OyR7YCzzYrtX1gRzlXSRhPiu_vseFgWc_fvDSuwj_zcMT9/s320/Presentazione1.jpg" width="260" /></a></div>
<br /></td></tr>
</tbody></table>
Mi capita spesso di riflettere sul fatto che la mia - ormai antica - passione per Eduardo mi ha arricchito sotto molti punti di vista, portandomi a percorrere strade che altrimenti credo non avrei mai scoperto. E su una di queste strade ho avuto la fortuna di incrociare Mariolina Cozzi Scarpetta, una donna speciale che mi ha contagiato con la sua passione e che diverse volte è stata anche "inviata sul campo" per questo piccolo blog. Sono quindi particolarmente felice di aver ospitato in questo spazio il suo bellissimo lavoro, figlio di una grande, profonda passione per un personaggio che merita davvero di essere riscoperto.<br />
<br />
<div style="text-align: right;">
<b><i><span style="color: purple;">Teatro (1910 - 1920). Volume I</span></i></b></div>
<div style="text-align: right;">
<span style="color: purple;">Vincenzo Scarpetta, a cura di Maria Beatrice Cozzi Scarpetta</span></div>
<div style="text-align: right;">
<span style="color: purple;">Liguori Editore</span></div>
<br />
<br /></div>
Laura Fioravantihttp://www.blogger.com/profile/07574653349276472721noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-1347378963800609724.post-65668116649549231332015-01-04T23:50:00.000+01:002015-01-05T01:39:55.768+01:00Fausto Russo Alesi, emozioni in casa Cupiello <div class="MsoNormal" style="text-align: center;">
<i>«Il teatro è un groviglio misterioso che nasce da niente,
che si può costruire e ricostruire, che ci fa capire chi eravamo e chi siamo,
che cosa volevamo e qual è la nostra vita».</i> <o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEikNsL1q9EI8KIjmhXYm6dn1jTMVPRqXEDBNJMgOWu2isYQKeVfFjcqRGyNtolhKH2uG2vgqOpexUXE2GQqYvBJgo_NnLp-_Fd58H1bh96r0B-wS22HP01LnM_oltuXJbYGyiyyvZExfLaA/s1600/WP_20150104_16_51_43_Pro__highres.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEikNsL1q9EI8KIjmhXYm6dn1jTMVPRqXEDBNJMgOWu2isYQKeVfFjcqRGyNtolhKH2uG2vgqOpexUXE2GQqYvBJgo_NnLp-_Fd58H1bh96r0B-wS22HP01LnM_oltuXJbYGyiyyvZExfLaA/s1600/WP_20150104_16_51_43_Pro__highres.jpg" height="320" width="180" /></a>Questa frase di Eduardo mi è tornata alla mente stasera, uscendo dal Teatro Argentina, dopo aver assistito alla messa in scena di<b><i> Natale in casa Cupiello</i></b> interpretata e diretta da Fausto Russo Alesi. Ci vuole un bel coraggio a portare in palcoscenico questa commedia, indissolubilmente legata all'interpretazione di Eduardo. Credo infatti sia impossibile per chiunque separare autore e interprete. È sufficiente pronunciarne il titolo e si materializza ai nostri occhi lui, Luca Cupiello-Eduardo, con la sua coppola, i suoi occhiali sottili, la sua giacca lisa, il suo presepe, alla cui realizzazione si dedica con ostinata caparbietà. </div>
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Certamente, soprattutto per chi come me, non ha avuto la fortuna di poterlo vedere sul palcoscenico, la decisione di lasciare una testimonianza registrata delle sue commedie più famose è stato un formidabile regalo che Eduardo ha voluto donare ai posteri. Tuttavia questi documenti rappresentano una sfida da far tremare i polsi a chiunque si voglia cimentare con i suoi testi poiché è inevitabile il confronto con le sue interpretazioni. </div>
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiDyHyhJ0FB2CwnWY3ak5_LYB0fi4LRYTrd3p4u-axfCM30aPUs8U22DKMt3MOwSdDd7kJsA4x2n8aHxPTsKQGN7-rmGu9weAb8LpNClpd8nzGQwixf_ox0bGizbkmpe60OhV_SgmLSg2UH/s1600/WP_20150104_16_50_26_Pro.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiDyHyhJ0FB2CwnWY3ak5_LYB0fi4LRYTrd3p4u-axfCM30aPUs8U22DKMt3MOwSdDd7kJsA4x2n8aHxPTsKQGN7-rmGu9weAb8LpNClpd8nzGQwixf_ox0bGizbkmpe60OhV_SgmLSg2UH/s1600/WP_20150104_16_50_26_Pro.jpg" height="180" width="320" /></a></div>
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Fausto Russo Alesi, classe 1973, diplomato alla Scuola Civica d'Arte Drammatica Paolo Grassi di Milano, ha raccolto la sfida e, per quanto insignificante possa essere il mio giudizio, io credo che l'abbia vinta in pieno. Bisogna dimenticarsi di Luca-Eduardo, così come di Concetta-Pupella, di Nennillo-Luca... è necessario liberare la mente e non cercare lo stanzone con il letto matrimoniale dove tutto inizia e tutto finisce. Russo Alesi ha infatti proposto una versione di questa commedia in forma di assolo, interpretando tutti i personaggi e facendoli dialogare tra loro moltiplicando se stesso. L'azione si svolge in un'atmosfera surreale, sfondo nero, su una piattaforma sopraelevata con un foro attraverso il quale l'interprete sale, entrando in scena direttamente dalla platea. Pochi oggetti sparsi su questo piano rialzato, un paio di scarpe da donna, uno sgabello, una tazzina di caffè, un barattolo con un pennello, la testa di terracotta di un Gesù bambino ed un lampadario appoggiato in un angolo.<br />
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<br />
Viene immediatamente da chiedersi come possano trovare la loro collocazione in questo quadro i personaggi della commedia che tutti conosciamo. È un attimo. Il testo è lì, nella sua interezza, a cominciare dalle didascalie che introducono i tre atti e che Russo Alesi recita, interpretando quindi anche il ruolo di narratore. Nel momento in cui inizia il faticoso risveglio di Luca Cupiello, è come entrare in apnea e il fiato torna a riempire i polmoni solo alla fine del terzo atto. Nel programma di sala viene spiegato come: «<i>Nel testo di Eduardo, Fausto ha letto la tragica rappresentazione di una "moltitudine di solitudini": Luca e Concetta Cupiello, i loro figli, il fratello di lui, il genero e gli altri personaggi, pur interagendo continuamente gli uni con gli altri in maniera più o meno conflittuale, sono in realtà inesorabilmente soli. Di qui la scelta, profonda e faticosa quanto "inevitabile", di portare in scena questo splendido testo in forma di assolo, di tanti assoli, uno per ogni personaggio, ai quali Fausto presta il proprio straordinario talento, la propria voce, il proprio corpo. Questo approccio radicale, che scava nella luce ma soprattutto nelle ombre, nei bui che attraversano una delle commedie più note ed amate di Eduardo, ha trovato l'assenso di Luca De Filippo che ne ha saputo cogliere il senso più profondo, concedendo il permesso per questo trattamento del testo</i>».</div>
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Personalmente sono stata catturata da questa messa in scena dopo averne visto un brano che Russo Alesi ha proposto durante l'omaggio che si è tenuto in Senato in occasione del trentennale della morte di Eduardo. Ho sentito commenti severi da parte di chi ritiene che si sia trattato quasi di uno sfregio, di una profanazione. Per quanto mi riguarda, al di là della sorprendente bravura di Russo Alesi, l'ho invece letto come un trionfo del testo eduardiano, una ennesima dimostrazione del fatto che quanto Eduardo ha scritto più di ottanta anni fa, sia ancora attuale ed estremamente vitale. Ho avuto la sensazione tangibile che Russo Alesi abbia messo in pratica l'esortazione di Eduardo a servirsi della tradizione (e Natale in casa Cupiello credo sia da considerarsi a pieno diritto un testo entrato nella tradizione) come di un trampolino per riuscire a saltare più in alto. Come tutti coloro che amano Eduardo, anche io sono portata ad alzare il sopracciglio ogni qual volta qualcuno tenta di proporre i suoi lavori e, a meno che non si tratti di Luca o di un interprete superlativo come Toni Servillo, nel migliore dei casi ci si trova ad assistere a delle scialbe imitazioni che nulla hanno a che vedere con l'originale, essendo la sua maestria sul palcoscenico ineguagliabile. Questo è un altro caso che fa eccezione poiché Russo Alesi non ha tentato di riportare in scena l'ombra di Eduardo ma ha dato nuova voce e nuova vita ai suoi personaggi.</div>
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Due ore senza tregua dunque, con momenti di emozione vera ed intensa, la sala ammutolita. Abbiamo ripreso a respirare alla fine, dopo la visione del "<i>presepe grande come il mondo</i>" sulla quale Luca Cupiello chiude gli occhi. Russo Alesi ha raccolto applausi interminabili ed ovazioni ed io personalmente ho avuto la netta sensazione di essere rimasta impigliata in quel "<i>groviglio misterioso</i>" che è il teatro.<br />
<br />
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<iframe allowfullscreen="" frameborder="0" height="281" src="//www.youtube.com/embed/DiLqxgmCOq4?rel=0" width="500"></iframe>
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<span style="background-color: yellow;"><b><i>Leggi anche:</i></b></span><br />
<b><span style="color: #351c75;"><a href="http://eduardo-vocididentro.blogspot.it/2009/12/21-dicembre-1931-storia-del-natale.html">21 dicembre 1931. Storia del Natale</a></span></b><br />
<b><br /></b>
<b><br /></b>Laura Fioravantihttp://www.blogger.com/profile/07574653349276472721noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1347378963800609724.post-1534384092478693592014-12-06T21:58:00.001+01:002014-12-06T22:28:30.602+01:00Isabella, l'altra metà di Eduardo<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgyMmTZZqU_gJIft1uf2P-61pM6ZlRv8bTRm_dHtVzRPRJzM-lcuXoEpcmWAzafP7HgZ2pfPjtrbM2ElJGZO13EzeYw2ISJ9wJXVs-wDoZqoIFwNa_VQB2ETSl_eQ_AnvNJ7rl88CXJQTOi/s1600/Isabella.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgyMmTZZqU_gJIft1uf2P-61pM6ZlRv8bTRm_dHtVzRPRJzM-lcuXoEpcmWAzafP7HgZ2pfPjtrbM2ElJGZO13EzeYw2ISJ9wJXVs-wDoZqoIFwNa_VQB2ETSl_eQ_AnvNJ7rl88CXJQTOi/s1600/Isabella.jpg" height="320" width="279" /></a></div>
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Nei giorni scorsi, su iniziativa della <a href="http://www.fondazionevalenzi.it/chi_siamo.aspx" target="_blank"><i>Fondazione Valenzi</i></a>, si è voluto celebrare Eduardo, a trent'anni dalla sua scomparsa, attraverso la figura di sua moglie, Isabella Quarantotti. Un ricordo tutto al femminile, tracciato da donne che hanno conosciuto quella che fu la sua compagna di vita per quasi trent'anni e fino alla sua morte. Titolo del convegno, "<b><i>Dietro un grande uomo, una grande donna. Eduardo ed Isabella</i></b>".</div>
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Nata nel 1921 e cresciuta in una famiglia di intellettuali, rimasta orfana in tenera età, Isabella è stata una donna animata per tutta la sua vita da una grande curiosità intellettuale. Fin da giovane si è accostata al teatro, alla scrittura, coltivando interessi e conducendo una vita piena e, per quegli anni, fuori dagli schemi. Ha viaggiato, non ha mai smesso di studiare, ha frequentato ambienti e persone intellettualmente stimolanti. Di una bellezza intensa e non convenzionale, si sposò giovanissima con Felice Ippolito, dal quale ebbe sua figlia Angelica. Divorziarono dopo pochi anni e lei sposò il poeta inglese Alexander Smith, dal quale comunque si separò ben presto. Conobbe Eduardo nel 1956 e rimasero insieme fino sua alla morte. Fu una grande storia d'amore, di intesa intellettuale, di collaborazione lavorativa. Lei divenne addetta stampa della compagnia di Eduardo, scrissero insieme la sceneggiatura dell'originale televisivo "<i>Peppino Girella</i>", tratto dal racconto "<i>Lo schiaffo</i>" di cui lei era autrice e con il quale vinse nel 1960 il <i>Premio Rieti</i>. Si dedicò ininterrottamente alla scrittura, fu traduttrice di importanti autori inglesi ed ebbe un ruolo fondamentale anche nell'ultima, impegnativa fatica di Eduardo, la traduzione in napoletano del '600 de "<i>La tempesta</i>" di William Shakespeare. Fu lei infatti a realizzare la traduzione letterale del testo originale che poi Eduardo utilizzò per la versione in napoletano, un lavoro straordinario che lo impegnò negli ultimi mesi della sua vita.<br />
<a name='more'></a><br />
Isabella gli sopravvisse per altri vent'anni, morì infatti nel febbraio del 2005. Continuò a tenerne vivo il ricordo e la memoria. Nel 1985 scrisse il libro "<i>Eduardo: polemiche, pensieri, pagine inedite</i>", nel 2001 "<i>Si cucine cumme vogl'i</i>'", una raccolta di ricette di cucina di Eduardo, che era tra l'altro un ottimo cuoco, e nel 2002 il bellissimo "<i>In mezzo al mare un'isola c'è...</i>", pagine dei suoi diari scritte durante i giorni che trascorsero insieme sull'isola di Isca.<br />
<br />
Come è stato ricordato e raccontato durante il convegno a lei dedicato, tra i suoi ultimi progetti tornò ad occuparsi della "<i>Tempesta</i>". Ebbe infatti l'occasione di incontrare un gruppo di detenuti del reparto di Alta Sicurezza nel carcere romano di Rebibbia che avevano costituito una compagnia teatrale, i "<i>Liberi Artisti Associati</i>", guidati da Cosimo Rega, condannato all'ergastolo per reati di camorra. La compagnia si era cimentata con due testi di Eduardo, "<i>Natale in casa Cupiello</i>" e "<i>Napoli milionaria!</i>". Isabella conobbe Rega in occasione della presentazione di un libro su Eduardo scritto da Maria Procino, presentazione che fu fatta proprio all'interno del carcere. Fu una scelta senz'altro singolare ma non senza un suo significato profondo. Eduardo infatti, negli ultimi anni della sua vita, in qualità di senatore a vita si era occupato del recupero dei giovani detenuti nelle carceri minorili. Da questo incontro si stabilì tra Isabella e l'attore carcerato una intesa immediata, tanto che lei gli propose di mettere in scena con la sua compagnia la versione napoletana della commedia scespiriana.<br />
<br />
Nel filmato, che ancora una volta è stato ripreso da Mariolina Cozzi Scarpetta, Maria Procino e la giornalista e scrittrice Giuliana Gargiulo tracciano un interessante ed affettuoso ritratto di Isabella mentre Paola Ermenegildo, aiuto regista per la messa in scena della "<i>Tempesta</i>" a Rebibbia, racconta come nacque e come prese forma il progetto.<br />
<br />
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<iframe allowfullscreen="" frameborder="0" height="281" src="//www.youtube.com/embed/ypP7gSEfAyw?rel=0" width="500"></iframe></div>
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<br /></div>
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Al convegno è inoltre intervenuta anche la figlia di Isabella, l'attrice Angelica Ippolito, che ha letto una lettera scritta proprio da Cosimo Rega in ricordo di questa donna straordinaria e dell'impatto che ebbe su di lui e sui suoi compagni la messa in scena della "<i>Tempesta</i>"</div>
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<br /></div>
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<iframe allowfullscreen="" frameborder="0" height="281" src="//www.youtube.com/embed/mVI0bgPMUKo?rel=0" width="500"></iframe>
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Isabella fu dunque una figura importantissima a fianco di Eduardo, che seppe accompagnarlo con discrezione senza per questo sparire nella sua immensa ombra. Nel 1963 Eduardo scrisse per lei una bellissima poesia.</div>
<div style="text-align: justify;">
<blockquote>
<b><span style="color: #0b5394; font-family: Georgia, Times New Roman, serif;"><i>Sto ccà...</i></span></b><br />
<span style="color: #0b5394;"><span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;"><i>Sto ccà, Isabè, sto ccà...</i></span></span><br />
<span style="color: #0b5394; font-family: Georgia, Times New Roman, serif;"><i>Ch'è, nun me vide?</i></span><br />
<span style="color: #0b5394; font-family: Georgia, Times New Roman, serif;"><i>Già, nun me può vedé...</i></span><br />
<span style="color: #0b5394; font-family: Georgia, Times New Roman, serif;"><i>ma stongo ccà.</i></span><br />
<span style="color: #0b5394; font-family: Georgia, Times New Roman, serif;"><i>Sto mmiez' 'e libre,</i></span><br />
<span style="color: #0b5394; font-family: Georgia, Times New Roman, serif;"><i>mmiez' 'e ccarte antiche,</i></span><br />
<span style="color: #0b5394; font-family: Georgia, Times New Roman, serif;"><i>pe' dint' 'e tteratore d' 'o cummò.</i></span><br />
<span style="color: #0b5394; font-family: Georgia, Times New Roman, serif;"><i>Me truove quann' 'o sole tras' 'e squinge</i></span><br />
<span style="color: #0b5394; font-family: Georgia, Times New Roman, serif;"><i>se mpizz' 'e taglio</i></span><br />
<span style="color: #0b5394; font-family: Georgia, Times New Roman, serif;"><i>e appiccia sti ccurnice</i></span><br />
<span style="color: #0b5394; font-family: Georgia, Times New Roman, serif;"><i>ndurate</i></span><br />
<span style="color: #0b5394; font-family: Georgia, Times New Roman, serif;"><i>argiento</i></span><br />
<span style="color: #0b5394; font-family: Georgia, Times New Roman, serif;"><i>grosse e piccerelle</i></span><br />
<span style="color: #0b5394; font-family: Georgia, Times New Roman, serif;"><i>'e lignammo priggiato -</i></span><br />
<span style="color: #0b5394; font-family: Georgia, Times New Roman, serif;"><i>acero</i></span><br />
<span style="color: #0b5394; font-family: Georgia, Times New Roman, serif;"><i>noce</i></span><br />
<span style="color: #0b5394; font-family: Georgia, Times New Roman, serif;"><i>palissandro</i></span><br />
<span style="color: #0b5394; font-family: Georgia, Times New Roman, serif;"><i>mogano -</i></span><br />
<span style="color: #0b5394; font-family: Georgia, Times New Roman, serif;"><i>pareno fenestielle e fenestelle</i></span><br />
<span style="color: #0b5394; font-family: Georgia, Times New Roman, serif;"><i>aperte ncopp' 'o munno...</i></span><br />
<span style="color: #0b5394; font-family: Georgia, Times New Roman, serif;"><i>Me truove quann' 'o sole se fa russo</i></span><br />
<span style="color: #0b5394; font-family: Georgia, Times New Roman, serif;"><i>primmo ca se ne scenne aret' 'e pprete</i></span><br />
<span style="color: #0b5394; font-family: Georgia, Times New Roman, serif;"><i>ndurann' 'e rame 'e ll'albere</i></span><br />
<span style="color: #0b5394; font-family: Georgia, Times New Roman, serif;"><i>e se mpizza</i></span><br />
<span style="color: #0b5394; font-family: Georgia, Times New Roman, serif;"><i>pe' mmiez' 'e ffronne,</i></span><br />
<span style="color: #0b5394; font-family: Georgia, Times New Roman, serif;"><i>pe' se fa guardà.</i></span><br />
<span style="color: #0b5394; font-family: Georgia, Times New Roman, serif;"><i>Si no, me può truvà, scurato notte,</i></span><br />
<span style="color: #0b5394; font-family: Georgia, Times New Roman, serif;"><i>rint' 'a cucina</i></span><br />
<span style="color: #0b5394; font-family: Georgia, Times New Roman, serif;"><i>p'arrangià caccosa:</i></span><br />
<span style="color: #0b5394; font-family: Georgia, Times New Roman, serif;"><i>na puntella 'e furmaggio,</i></span><br />
<span style="color: #0b5394; font-family: Georgia, Times New Roman, serif;"><i>na nzalata...</i></span><br />
<span style="color: #0b5394; font-family: Georgia, Times New Roman, serif;"><i>chellu ppoco</i></span><br />
<span style="color: #0b5394; font-family: Georgia, Times New Roman, serif;"><i>ca te supponta 'o stommeco</i></span><br />
<span style="color: #0b5394; font-family: Georgia, Times New Roman, serif;"><i>e te cucche.</i></span><br />
<span style="color: #0b5394; font-family: Georgia, Times New Roman, serif;"><i>Primmo d' 'a luce 'e ll'alba</i></span><br />
<span style="color: #0b5394; font-family: Georgia, Times New Roman, serif;"><i>po'</i></span><br />
<span style="color: #0b5394; font-family: Georgia, Times New Roman, serif;"><i>me truove a ttavulino,</i></span><br />
<span style="color: #0b5394; font-family: Georgia, Times New Roman, serif;"><i>c' 'a penna mmiez' 'e ddete</i></span><br />
<span style="color: #0b5394; font-family: Georgia, Times New Roman, serif;"><i>e ll'uocchie ncielo,</i></span><br />
<span style="color: #0b5394; font-family: Georgia, Times New Roman, serif;"><i>pensanno a chello ca t'aggio cuntato</i></span><br />
<span style="color: #0b5394; font-family: Georgia, Times New Roman, serif;"><i>e ca nun aggio scritto</i></span><br />
<span style="color: #0b5394; font-family: Georgia, Times New Roman, serif;"><i>e ca</i></span><br />
<span style="color: #0b5394; font-family: Georgia, Times New Roman, serif;"><i>va trova</i></span><br />
<span style="color: #0b5394; font-family: Georgia, Times New Roman, serif;"><i>si nun è stato buono</i></span><br />
<span style="color: #0b5394; font-family: Georgia, Times New Roman, serif;"><i>ca se songo perdute sti penziere</i></span><br />
<span style="color: #0b5394; font-family: Georgia, Times New Roman, serif;"><i>distratte</i></span><br />
<span style="color: #0b5394; font-family: Georgia, Times New Roman, serif;"><i>e stanche d'essere penzate</i></span><br />
<span style="color: #0b5394; font-family: Georgia, Times New Roman, serif;"><i>che corrono pe' ll'aria nzieme a me.</i></span><br />
<span style="color: #0b5394; font-family: Georgia, Times New Roman, serif;"><i>E si guarde pe' ll'aria</i></span><br />
<span style="color: #0b5394; font-family: Georgia, Times New Roman, serif;"><i>po' succedere</i></span><br />
<span style="color: #0b5394; font-family: Georgia, Times New Roman, serif;"><i>ca si ce stanno 'e nnuvole</i></span><br />
<span style="color: #0b5394; font-family: Georgia, Times New Roman, serif;"><i>me truove.</i></span><br />
<span style="color: #0b5394; font-family: Georgia, Times New Roman, serif;"><i>'O viento straccia 'e nnuvole</i></span><br />
<span style="color: #0b5394; font-family: Georgia, Times New Roman, serif;"><i>e cumme vene vene,</i></span><br />
<span style="color: #0b5394; font-family: Georgia, Times New Roman, serif;"><i>e può truvà ciert'uocchie</i></span><br />
<span style="color: #0b5394; font-family: Georgia, Times New Roman, serif;"><i>ca te guardeno</i></span><br />
<span style="color: #0b5394; font-family: Georgia, Times New Roman, serif;"><i>sott' 'a na fronta larga larga</i></span><br />
<span style="color: #0b5394; font-family: Georgia, Times New Roman, serif;"><i>e luonga</i></span><br />
<span style="color: #0b5394; font-family: Georgia, Times New Roman, serif;"><i>e ddoje fosse scavate...</i></span><br />
<span style="color: #0b5394; font-family: Georgia, Times New Roman, serif;"><i>'e può truvà.</i></span></blockquote>
<br /></div>
</div>
<hr />
<b><i><span style="background-color: yellow; color: #351c75;">Leggi anche</span></i></b><br />
<b><a href="http://eduardo-vocididentro.blogspot.it/2010/05/eduardo-traduce-shakespeare.html" target="_blank">Eduardo traduce Shakespeare</a></b><br />
<a href="http://eduardo-vocididentro.blogspot.it/2010/02/una-persona-fuori-dellordinario.html" target="_blank"><b>Una persona fuori dell'ordinario</b></a><br />
<a href="http://www.enciclopediadelledonne.it/biografie/isabella-quarantotti-de-filippo/" target="_blank"><b>Isabella Quarantotti De Filippo</b></a><br />
<a href="http://www.cosimorega.it/index.php/biografia" target="_blank"><b>Cosimo Rega</b></a><br />
<br />
<br />Laura Fioravantihttp://www.blogger.com/profile/07574653349276472721noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1347378963800609724.post-91103643681961771642014-11-23T17:36:00.002+01:002014-11-23T19:21:45.946+01:00Quelle voci che non ci lasciano dormire<div style="text-align: justify;">
Ho già scritto lo scorso anno della commedia <i>Le voci di dentro</i> portata in scena da Toni Servillo. Una grande messa in scena, una messa in scena fedele all'originale anche se non ruffiana, emozionante e ipnotica, interpretata in maniera impeccabile e coinvolgente da un cast di attori che in alcun modo hanno fatto rimpiangere gli interpreti che tutti noi ricordiamo nella edizione televisiva di Eduardo, e che i più fortunati hanno potuto applaudire in teatro.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Qualche settimana fa la Rai ha realizzato una diretta televisiva dal Teatro San Ferdinando, dove Toni Servillo e la sua compagnia hanno riproposto la commedia che nella scorsa stagione ha avuto un enorme successo di pubblico e si è aggiudicata cinque premi alle <i>Maschere del Teatro Italiano</i>: miglior spettacolo della stagione 2013-14, miglior regia, miglior attore protagonista, miglior attore non protagonista (Peppe Servillo) e miglior attrice non protagonista (Chiara Baffi).</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Personalmente amo moltissimo questa commedia, dalla quale ho mutuato anche il titolo di questo mio blog, ed ho ugualmente amato la messa in scena di Servillo. Da questa ho tratto alcuni momenti, quelli che mi hanno da sempre emozionato di più. </div>
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<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<b><br /></b></div>
<div style="text-align: justify;">
<b>«'E muorte so' assaie»</b></div>
<div style="text-align: justify;">
Siamo nel primo atto. I fratelli Saporito si sono introdotti in casa dei Cimmaruta i quali, ignari, non sanno che di lì a poco saranno arrestati con l'accusa di essere degli assassini. Alberto Saporito allude, parlando di coloro che, essendo morti per mano dei propri simili, non danno pace ai vivi. In questa scena uno straordinario Peppe Servillo accompagna, senza dire una parola, il monologo di suo fratello, con una espressività che lascia senza parole.</div>
<div style="text-align: center;">
<br /></div>
<div style="text-align: center;">
<iframe allowfullscreen="" frameborder="0" height="180" scrolling="no" src="https://onedrive.live.com/embed?cid=B314A9F80FB49649&resid=B314A9F80FB49649%21961&authkey=AIMCDhZKMfP2jKw" width="320"></iframe>
</div>
<div style="text-align: center;">
<br />
<div style="text-align: left;">
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<a name='more'></a></div>
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<b>«Lo spasso della famiglia Cimmaruta»</b></div>
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Nel II atto Alberto Saporito rientra dopo essere stato interrogato al commissariato, dove ha dichiarato di non avere le prove del presunto delitto e che "<i>forse</i>" si è trattato di un sogno. Viene raggiunto poco dopo dal brigadiere, che gli annuncia che ora la faccenda è diventata di competenza nientemeno che del Procuratore della Repubblica. Alberto deve quindi restare a disposizione poiché potrebbe essere arrestato rischiando, oltretutto, la rappresaglia dei Cimmaruta. Suo fratello Carlo, che trama alle sue spalle, si chiede se questi potranno agire sia legalmente che "<i>a mazzate</i>". Il povero Alberto si ribella: "<i>O legalmente, o a mazzate!</i>".</div>
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<b>«Per favore, un poco di pace!»</b></div>
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I Cimmaruta si sono avvicendati in casa di Alberto, accusandosi l'uno con l'altro di aver compiuto il delitto. Alberto non sa più se stia sognando ora o quando credeva di aver sognato il fatto. A dare il colpo di grazia arriva la moglie della presunta vittima che lo implora di presentare le prove dell'assassinio di suo marito. In mezzo a questa scena, che ha qualcosa di infernale, si leva inaspettata la voce di Zì Nicola che invoca "<i>un poco di pace</i>" e che, azionato il bengala verde, lascia questo mondo dove "<i>parlare è inutile</i>" poiché "<i>l'umanità è sorda</i>". Mentre Zì Nicola si spegne inseme al suo ultimo fuoco d'artificio, la casa piomba nel buio e, con un tempismo perfetto, arriva Rosa Cimmaruta che, da brava vicina, porta le sue macabre candele (nelle quali "<i>forse</i>" ha trasformato il povero Aniello Amitrano), lasciando Alberto atterrito.</div>
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<b>«La stima!»</b></div>
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Siamo alla resa dei conti. Ora Alberto ha scoperto la verità, ha capito la vera natura di suo fratello, ha trovato "<i>le prove</i>" del vero delitto che, giorno dopo giorno si consuma e, con un monologo liberatorio accusa i presenti, senza assolvere neanche se stesso, della più grave delle colpe: l'aver ucciso la stima e la fiducia reciproca, il che ci rende capaci di ritenere possibile qualunque azione, fino a portarci a mettere "<i>l'assassinio nel bilancio di famiglia</i>".</div>
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<b style="background-color: yellow;">Sullo stesso argomento:</b><br />
<b><i><span style="color: #20124d;"><a href="http://eduardo-vocididentro.blogspot.it/2013/05/toni-servillo-un-sogno-di-spettacolo.html" target="_blank">Toni Servillo: un sogno di spettacolo</a></span></i></b><br />
<b><i><span style="color: #20124d;"><a href="http://eduardo-vocididentro.blogspot.it/2010/12/11-dicembre-1948-le-voci-di-dentro.html" target="_blank">11 dicembre 1948. Le voci di dentro</a></span></i></b><br />
<b><i><br /></i></b>
<b><i><br /></i></b>
Laura Fioravantihttp://www.blogger.com/profile/07574653349276472721noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1347378963800609724.post-4907886748315067772014-11-16T19:47:00.001+01:002014-11-20T22:24:17.595+01:00«Isa Danieli racconta Eduardo»<div style="text-align: justify;">
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgfLt07QqOSZNOH7dtT_dfjAZ0Rc3spJ9pedqmCGETO3pUnU9fU7Y7My5kWPhq7Idgtbh1PmqCn7hFVqA4ws6imk8Zbzo-AQ3-cEUoST3ghwl79U3Oy8J9Lcpfl7KN3XDcOkyyhbkC3boi9/s1600/Locandina.png" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgfLt07QqOSZNOH7dtT_dfjAZ0Rc3spJ9pedqmCGETO3pUnU9fU7Y7My5kWPhq7Idgtbh1PmqCn7hFVqA4ws6imk8Zbzo-AQ3-cEUoST3ghwl79U3Oy8J9Lcpfl7KN3XDcOkyyhbkC3boi9/s1600/Locandina.png" height="200" width="146" /></a></div>
Lo scorso 30 ottobre l'attrice Isa Danieli è stata protagonista di uno degli eventi organizzati dal Forum delle Culture per ricordare Eduardo a trent'anni dalla sua scomparsa.</div>
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Luogo dell'incontro è stato la Biblioteca Nazionale di Napoli, nella sala adiacente alla Sala Esposizioni dove, fino allo scorso 8 novembre è stata esposta la mostra "<i>Tra le carte di Eduardo</i>", una interessantissima raccolta di documenti originali recentemente donati dalla Fondazione Eduardo De Filippo alla Biblioteca Nazionale. L'archivio ha trovato la sua collocazione definitiva presso la sezione di Arti e Spettacolo <i>Lucchesi Palli</i> dove è in fase di sistemazione e la cui stanza della direzione sarà intitolata ad Eduardo.</div>
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Accanto al saggista Francesco Canessa e al direttore della Fondazione De Filippo, Francesco Somma, Isa Danieli oltre a condividere con i presenti i suoi ricordi personali legati agli anni in cui ha lavorato con Eduardo, ha interpretato brani di commedie, poesie, canzoni. Grazie alla presenza di Mariolina Cozzi Scarpetta, mi è possibile condividere alcuni momenti della sua esibizione.</div>
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<iframe allowfullscreen="" frameborder="0" height="281" src="//www.youtube.com/embed/KXudjtkAfwU?rel=0" width="500"></iframe></div>
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<br /></div>
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<iframe allowfullscreen="" frameborder="0" height="281" src="//www.youtube.com/embed/fCxmw-gP3WY?rel=0" width="500"></iframe></div>
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<b style="background-color: yellow;">Guarda gli altri filmati:</b></div>
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<li><a href="https://www.youtube.com/watch?v=l5U00lV32KY" target="_blank">Brano da <i>Napoli milionaria!</i></a></li>
<li><a href="https://www.youtube.com/watch?v=tQYsT7N1s3U" target="_blank">Brano da <i>Mia famiglia</i></a></li>
<li><a href="https://www.youtube.com/watch?v=POIGtN6xOTg" target="_blank">Brano da <i>Bene mio e core mio</i></a></li>
</ul>
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<i><br /></i></div>
Laura Fioravantihttp://www.blogger.com/profile/07574653349276472721noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1347378963800609724.post-61674247505750981662014-11-06T21:44:00.003+01:002017-04-03T21:42:11.796+02:00"Cantata delle parole chiare". L'omaggio a Eduardo dall'aula del Senato<div style="text-align: justify;">
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi5jzGmzZCWqn82f0QmK-wQvlyd6nBTrRcCiSGi4QG8FlXFR_kDobzuGkFR-VnQfIivO_0ljssZYITGW42VOJUo7tkGekmNiI6obL1TZ16ZqpPEpMIFUhGFC3wLYx25acuq0IqP2-X6ql_c/s1600/Foto+Post.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" height="179" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi5jzGmzZCWqn82f0QmK-wQvlyd6nBTrRcCiSGi4QG8FlXFR_kDobzuGkFR-VnQfIivO_0ljssZYITGW42VOJUo7tkGekmNiI6obL1TZ16ZqpPEpMIFUhGFC3wLYx25acuq0IqP2-X6ql_c/s1600/Foto+Post.jpg" width="320" /></a></div>
Nel giorno del trentesimo anniversario della morte, l'aula del Senato è diventata, per una volta, palcoscenico di uno spettacolo degno di questo nome, in ricordo di Eduardo, nominato senatore a vita nel 1982 dal presidente Sandro Pertini per i suoi meriti in campo artistico e letterario. Entrato a far parte del gruppo della Sinistra Indipendente, si spese in particolare in favore del recupero dei giovani detenuti nei carceri minorili.</div>
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Suo figlio Luca ha guidato i presenti nell'aula e coloro che hanno potuto seguire la diretta televisiva, in un percorso a tappe nell'opera di Eduardo, spaziando tra commedie, poesie, riflessioni ed impegno civile. A dare voce alle sue "parole chiare" sono stati nomi importanti della scena italiana. La cerimonia si è aperta con un brano tratto dal poemetto <i>Padre Cicogna</i>, musicato da Nicola Piovani, ed è quindi proseguita con ricordi, testimonianze, omaggi.</div>
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<br /></div>
<br />
<b style="background-color: yellow;">Guarda gli altri filmati</b><br />
<ul>
<li><a href="https://www.youtube.com/watch?v=IzBW3QvTlGc&feature=youtu.be" target="_blank">Luca De Filippo, Nicola Piovani, Valentina Varriale, Susy Sebastiano. <i>Ninna nanna</i> (da Padre Cicogna)</a></li>
<li><span style="color: #20124d;"><a href="https://www.youtube.com/watch?v=yoag47FjZmE" target="_blank">Mariangela D'Abbraccio. <i>Monologo di Bonaria</i> (da "Gli esami non finiscono mai")</a></span></li>
<li><a href="https://www.youtube.com/watch?v=zhPpIKL0hUE" target="_blank">Toni Servillo. <i>"Ca si fosse"</i> - Anna Bonaiuto. <i>"L'attore"</i></a></li>
<li><a href="https://www.youtube.com/watch?v=g2CqVgh5oTA" target="_blank">I ragazzi del Laboratorio Teatrale di Nisida. <i>Ricordo di Eduardo</i></a></li>
<li><a href="https://www.youtube.com/watch?v=6AtGiN7V8Fc&feature=youtu.be" target="_blank">Angela Pagano.<i> Monologo di Luisa Conforto</i> (da "La Paura numero uno")</a></li>
<li><a href="https://www.youtube.com/watch?v=PxV7Fq5koKI" target="_blank">Gianfelice Imparato. Monologo da <i>"Il figlio di Pulcinella"</i></a></li>
<li><a href="https://www.youtube.com/watch?v=DiLqxgmCOq4&feature=youtu.be" target="_blank">Fausto Russo Alesi. <i>Brano da "Natale in casa Cupiello"</i></a></li>
</ul>
<div>
<br /></div>
Laura Fioravantihttp://www.blogger.com/profile/07574653349276472721noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-1347378963800609724.post-49651780020116652202014-10-30T09:49:00.000+01:002014-10-30T09:49:26.951+01:00Paola Quarenghi. «Eduardo, un artista, "a man"» <div style="text-align: justify;">
Sono molte le voci che in questi giorni, a trent'anni dalla sua scomparsa, vengono a ricordare la figura di Eduardo. Convegni, rappresentazioni, trasmissioni televisive, il mondo dello spettacolo e quello accademico gli rendono omaggio attribuendogli l'importanza che merita nel panorama culturale del nostro Paese.</div>
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<br /></div>
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEitqDaqMc4si6zmp37B1EiPCFWiJ5XZaKPZKr28tUYD4dR9GupnJ_SeW6XrFKj3GL40OoAEAjjwZE8M6QAtyJU_6-dvEKAKifrJ4_arvxfQN_CynXgtGs-YZUOlhIaQoV6cpSgvCyyyS01i/s1600/quarenghi.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEitqDaqMc4si6zmp37B1EiPCFWiJ5XZaKPZKr28tUYD4dR9GupnJ_SeW6XrFKj3GL40OoAEAjjwZE8M6QAtyJU_6-dvEKAKifrJ4_arvxfQN_CynXgtGs-YZUOlhIaQoV6cpSgvCyyyS01i/s1600/quarenghi.jpg" height="320" width="211" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><i>Paola Quarenghi</i></td></tr>
</tbody></table>
<div style="text-align: justify;">
Paola Quarenghi, docente in Discipline dello Spettacolo presso la facoltà di Lettere e Filosofia all'Università La Sapienza di Roma, è una delle più autorevoli studiose in materia. Ha pubblicato libri e articoli su Eduardo, ha curato insieme ad Antonella Ottai l'edizione in DVD delle commedie e l'edizione critica delle Cantate per i "Meridiani" Mondadori, insieme a Nicola De Blasi. Persona affabile e molto alla mano, ho avuto la fortuna di incontrarla in alcune occasioni e per me, appassionata "dilettante" che ha divorato e assorbito i suoi testi, imprescindibili per chi si voglia addentrare nello studio di Eduardo, è stato veramente un enorme piacere conoscerla. Dunque, tra i vari ricordi a lui dedicati, non posso non segnalare il suo, apparso sul sito dell'Associazione Culturale "Doppiozero".</div>
<blockquote class="tr_bq" style="text-align: justify;">
<span style="color: #134f5c;"><span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;">Chi affiderebbe oggi un mostro sacro come Eduardo De Filippo alle cure di una ragazzetta di ventotto anni senza arte né parte? Tanti ne avevo quando Ferruccio Marotti mi mise, come assistente, al fianco di quest’uomo ultraottantenne, artista severo e, secondo la vulgata, di cattivo carattere, al quale aveva offerto un contratto per insegnare drammaturgia agli studenti della Sapienza. All’epoca ero borsista CNR presso l’Istituto del teatro e dello spettacolo, ma che titoli potevo vantare per quella delicata missione? Nessuno. A malapena avevo letto o visto in televisione alcune delle sue commedie più famose; non avevo particolari competenze organizzative; non ero nemmeno napoletana. È vero che i compiti che mi si richiedevano erano piuttosto semplici: dovevo andare a prelevarlo a casa e riaccompagnarlo con una cinquecento rossa prestata da una collega, Luisa Tinti; dovevo fare l’appello, tenere un diario degli incontri e raccogliere gli elaborati degli studenti. Non mi si richiedeva, per fortuna, di intervenire, di fare sfoggio di un sapere che non avevo. Un po’ di pazienza e la capacità di ascoltare erano doti su cui potevo contare, allora assai più di oggi. E tanto bastava.</span> (<a href="http://www.doppiozero.com/materiali/scene/al-fianco-di-eduardo" target="_blank"><i>continua a leggere su Doppiozero.com</i></a>)</span></blockquote>
Laura Fioravantihttp://www.blogger.com/profile/07574653349276472721noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1347378963800609724.post-16274349255914084762014-10-29T16:42:00.000+01:002014-10-29T16:45:14.332+01:00"Eduardo De Filippo e il teatro del mondo". Il convegno all'Università Federico II di Napoli<div style="text-align: justify;">
Nell'ambito delle celebrazioni per il trentennale della morte di Eduardo, si è svolto lo scorso 23 e 24 ottobre un convegno all'Università degli Studi di Napoli Federico II, dal titolo "<i>Eduardo De Filippo e il teatro del mondo"</i>. Il programma delle due giornate è stato ricco di interventi da parte di studiosi che hanno affrontato la figura dell'attore drammaturgo sotto molteplici punti di vista. </div>
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<br /></div>
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Impossibilitata ad assistere in prima persona, grazie alla preziosa presenza nella prima giornata dell'<i>inviata speciale</i> Mariolina Cozzi Scarpetta, posso condividere alcuni momenti di questo evento.</div>
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<br /></div>
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<b><i>Mariano Rigillo. "Eduardo ed io al Cairo"</i></b></div>
<div style="text-align: justify;">
L'attore Mariano Rigillo ha raccontato la sua esperienza, che risale al 1997, di una messa in scena da lui curata di <i>Filumena Marturano</i> in lingua araba e rappresentata al Cairo.</div>
<div style="text-align: center;">
<br />
<iframe allowfullscreen="" frameborder="0" height="281" src="//www.youtube.com/embed/yg80x-RNSvE?rel=0" width="500"></iframe></div>
<div style="text-align: justify;">
<br />
A conclusione del suo intervento poi, Rigillo ha interpretato alcune poesie di Eduardo</div>
<div style="text-align: center;">
<br />
<iframe allowfullscreen="" frameborder="0" height="281" src="//www.youtube.com/embed/Gstfk3LHy8w?rel=0" width="500"></iframe></div>
<div style="text-align: justify;">
<br />
<hr />
<b><i><br /></i></b>
<b><i>Maurizio De Giovanni. "Il commissario Ricciardi sulle tracce di Eduardo"</i></b><br />
Tra gli intervenuti, anche Maurizio De Giovanni, scrittore napoletano che ha pubblicato una serie di romanzi polizieschi ambientati nella Napoli degli anni Trenta e che hanno per protagonista il commissario della Regia Polizia, Luigi Alfredo Ricciardi.</div>
<div style="text-align: center;">
<br />
<iframe allowfullscreen="" frameborder="0" height="281" src="//www.youtube.com/embed/OPqa1Sdulxw?rel=0" width="500"></iframe></div>
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<br />
<br />
<div style="text-align: right;">
<i>(Grazie a Mariolina Cozzi Scarpetta per le riprese degli interventi)</i></div>
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<i><br /></i></div>
<div style="text-align: right;">
<i><br /></i></div>
</div>
Laura Fioravantihttp://www.blogger.com/profile/07574653349276472721noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1347378963800609724.post-2797123965770470672014-10-05T21:53:00.000+02:002016-07-19T23:06:34.628+02:00La mostra "Mia famiglia. I fratelli De Filippo fra Cinema e Teatro"<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjrYjxb_cOBd4kJbpJsRduQQgpNjsK2kc42yBzFhlBfO5Kx-IMYd4cfG_bdcN0gQCw9uwGWs5twEdiRlUPyyxWARqQi6yg9PAHpNEaAruzoM7eKEo_SxjsC0RUvcHs2CMVzpjzhPNTWY3zn/s1600/Miniatura.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjrYjxb_cOBd4kJbpJsRduQQgpNjsK2kc42yBzFhlBfO5Kx-IMYd4cfG_bdcN0gQCw9uwGWs5twEdiRlUPyyxWARqQi6yg9PAHpNEaAruzoM7eKEo_SxjsC0RUvcHs2CMVzpjzhPNTWY3zn/s1600/Miniatura.jpg" width="240" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
Lo scorso 23 settembre è stata inaugurata a Roma la mostra <b><i>Mia famiglia. I fratelli De Filippo fra Cinema e Teatro</i></b>. Allestita dall<i>'Associazione Culturale e Compagnia Teatroantico, </i>a cura di Giulio D'Ascenzo ed Elisabetta Centore, l'esposizione raccoglie materiale fotografico e documentale di grande interesse. Si tratta di esemplari rigorosamente originali, reperiti nel corso degli anni presso archivi di giornali, collezionisti, mercatini. E' una raccolta di foto, articoli, numeri di riviste specializzate, libri e soprattutto locandine di film che documentano l'intensa attività che i tre fratelli svolsero anche in ambito cinematografico, sia singolarmente che insieme. Sono esposte tra le altre le locandine di <i>Ferdinando I, re di Napoli</i>, interpretato dai De Filippo oltre che da Vittorio De Sica, Marcello Mastroianni, Aldo Fabrizi; la locandina di <i>Assunta Spina, </i>film che vide affiancati Eduardo ed Anna Magnani, e poi quelle di alcune delle pellicole interpretate da Peppino insieme a Totò.</div>
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<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Tra i documenti, vi è il testo originale della lettera aperta che Eduardo indirizzò nel 1959 all'allora ministro dello Spettacolo Umberto Tupini dalle pagine del quotidiano "Paese Sera", in cui denuncia la situazione del teatro in Italia, lettera dai contenuti ancora tristemente attuali. E poi foto di scena e di famiglia, lettere autografe, un disco in vinile di poesie della tradizione napoletana lette da Eduardo, una copia del volume di Eduardo Scarpetta <i>Da S. Carlino ai Fiorentini</i> del 1900, con la prefazione di Benedetto Croce, fino alla locandina originale del film <i>Il gallo nel pollaio</i> datata 1917, interpretato da Vincenzo Scarpetta e recentemente ritrovato e restaurato dalla Cineteca Nazionale in collaborazione con la Fondazione Eduardo De Filippo.</div>
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<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
La mostra è ospitata in due sale presso la Casa del Cinema a Roma, in piazzale Marcello Mastroianni, all'interno del parco di Villa Borghese ed è visitabile tutti i giorni dalle 15 alle 19. </div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: center;">
<iframe allowfullscreen="" frameborder="0" height="281" src="//www.youtube.com/embed/S25e_NtOaoU?rel=0" width="500"></iframe>
</div>
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<br /></div>
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<br /></div>
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Nei prossimi giorni sono previste nella <i>Sala Deluxe</i> della Casa del Cinema le proiezioni di alcuni dei film interpretati dai De Filippo:</div>
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</div>
<ul>
<li>Lunedì 6 ottobre ore 16 (in replica il 24 ottobre ore 18) <i style="font-weight: bold;">Napoletani a Roma</i>, di Eduardo De Filippo (1953)</li>
<li>Martedì 7 ottobre ore 16 (in replica il 24 ottobre ore 16) <i style="font-weight: bold;">Marito e moglie</i>, di Eduardo De Filippo (1952)</li>
<li>Mercoledì 8 ottobre ore 16 (in replica il 23 ottobre ore 16) <i style="font-weight: bold;">Ragazze da marito</i>, di Eduardo De Filippo (1952)</li>
<li>Giovedì 9 ottobre ore 16 (in replica il 22 ottobre ore 16) <i style="font-weight: bold;">Ti conosco mascherina</i>, di Eduardo De Filippo (1943)</li>
<li>Venerdì 10 ottobre ore 16 (in replica il 21 ottobre ore 16) <i style="font-weight: bold;">In campagna è caduta una stella,</i> di Eduardo De Filippo (1939).</li>
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Laura Fioravantihttp://www.blogger.com/profile/07574653349276472721noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1347378963800609724.post-41115233264021420282014-09-14T20:10:00.000+02:002014-09-14T20:10:05.585+02:00Pupella Maggio, il monologo di donna Rosa Priore<div style="text-align: justify;">
Nel giugno del 1978 l'impresario Carlo Molfese organizzò nel suo Teatro Tenda, a Roma, una serata d'onore per Eduardo, condotta da Vittorio Gassman. Riuscì nell'impresa di riunire sullo stesso palcoscenico grandissimi nomi della scena italiana, venuti per rendere omaggio all'attore e drammaturgo napoletano. </div>
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Di quell'evento resta memorabile, tra l'altro, la scena da <i>Filumena Marturano</i> recitata da Eduardo con la poltrona vuota e la voce di Titina, a cui lui stesso volle rendere un commovente omaggio. Ma altrettanto memorabile fu la partecipazione di Pupella Maggio, l'attrice che interpretò magistralmente moltissimi ruoli accanto a Eduardo e per la quale lui scrisse il personaggio di Rosa Priore in <i>Sabato, domenica e lunedì</i>. Rosa è una splendida figura femminile che domina i tre atti di questa commedia corale, pilastro di una famiglia allargata nella quale non mancano i contrasti tra personalità e generazioni diverse. Al debutto in teatro della commedia, nel 1959, Pupella Maggio fu osannata per la sua interpretazione.</div>
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Nel corso della <i>Lieta serata con Eduardo ed i suoi compagni d'arte</i> al Teatro Tenda, l'attrice interpretò sulla scena vuota il monologo che conclude il secondo atto della commedia. Si tratta di un passaggio drammatico e di grande pathos. Durante il pranzo domenicale, di fronte a tutta la famiglia ed ai vicini di casa, i coniugi Ianniello, Peppino Priore fa esplodere tutta la sua rabbia repressa, accusando sua moglie di avere una relazione proprio con il ragioniere Ianniello. Rosa non si lascia intimorire e lo affronta in maniera diretta.</div>
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<b><i style="background-color: yellow;">Sullo stesso argomento:</i></b><br />
<b><a href="http://eduardo-vocididentro.blogspot.it/2010/11/6-novembre-1959-sabato-domenica-e.html" target="_blank"><span style="color: #20124d;">6 novembre 1959. Sabato, domenica e lunedì</span></a></b><br />
<b><a href="http://eduardo-vocididentro.blogspot.it/2012/01/carlo-molfese-eduardo-mi-chiamava.html" target="_blank"><span style="color: #20124d;">Carlo Molfese. "Eduardo mi chiamava Campese"</span></a></b><br />
<b><a href="http://eduardo-vocididentro.blogspot.it/2010/03/la-voce-di-titina.html" target="_blank"><span style="color: #20124d;">La voce di Titina</span></a></b><br />
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Laura Fioravantihttp://www.blogger.com/profile/07574653349276472721noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1347378963800609724.post-12083719040441291582014-09-06T22:15:00.000+02:002014-09-06T22:27:57.243+02:00Dolore sotto chiave<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiK6Jo7m0p4Ai0at2BcT-Q4XtNmH7Uv36WVO-YRVArIfycaFfWJx4L7l6O4PQNm5NWMrh3QXrguSN6fWQZuACjZkNSTKIN7lXV91IIF3z-_vUg5seVK_zwxTRAEOZfBtZWxUCx4n_UEzzrQ/s1600/dolore.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiK6Jo7m0p4Ai0at2BcT-Q4XtNmH7Uv36WVO-YRVArIfycaFfWJx4L7l6O4PQNm5NWMrh3QXrguSN6fWQZuACjZkNSTKIN7lXV91IIF3z-_vUg5seVK_zwxTRAEOZfBtZWxUCx4n_UEzzrQ/s1600/dolore.jpg" height="231" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><i>Eduardo e Franco Parenti</i></td></tr>
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<b><i>Dolore sotto chiave</i></b> è un atto unico scritto nel 1958, concepito originariamente in forma di originale radiofonico e presentato nel settembre del 1959 al "Premio Italia", manifestazione internazionale ideata dalla RAI.</div>
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Protagonisti del dramma sono, ancora una volta, fratello e sorella, coppia che spesso Eduardo pone al centro delle sue commedie (<i>Bene mio e core mio, Le bugie con le gambe lunghe, Ditegli sempre di sì)</i>. Altro tema ricorrente è quello della morte, evento che deve essere accettato come parte della vita dell'uomo e che, se come in questo caso si tenta di nascondere, condiziona negativamente l'esistenza di coloro che restano. </div>
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Rocco, dopo oltre un anno di assenza per motivi di lavoro, torna a casa dove ha lasciato sua sorella Lucia e l'amata moglie Elena la quale, all'indomani della sua partenza, si è ammalata di cuore. Durante i mesi in cui Rocco è stato lontano, Lucia si è presa cura di lei, provvedendo a farle vivere una vita tranquilla e protetta. Infatti, a causa dell'aggravarsi della malattia, la donna è costretta a vivere a letto, lontana da qualunque emozione che potrebbe causarne la morte.</div>
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Al suo rientro però Rocco, esasperato dalla situazione, colto quasi da un raptus, mette a soqquadro la casa ed irrompe nella stanza della malata affinché lo spavento ed il frastuono mettano fine alla sua agonia. Rimarrà sconvolto nello scoprire che la stanza è vuota e che sua moglie non c'è. Quando chiede spiegazioni a Lucia, arrivando a sospettare che Elena lo abbia lasciato per un altro uomo, apprende con incredulità che in realtà sua moglie è morta già da dieci mesi e che Lucia, per proteggerlo, non gli ha mai rivelato la verità ma ha portato avanti la messa in scena dell'aggravarsi della malattia. Rocco infatti, innamoratissimo di sua moglie, aveva a suo tempo confessato che se Elena fosse venuta a mancare si sarebbe ucciso. Sua sorella quindi, temendo questo gesto estremo, mette in atto la finzione. </div>
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Rocco allora sfoga tutta la sua rabbia, prima insinuando che Lucia abbia agito per motivi di interesse economico (la donna infatti riceveva regolarmente dal fratello il denaro necessario alle cure e che in realtà ha utilizzato per il funerale e la sepoltura della defunta) e poi accusandola di avergli impedito di vivere il dolore per la perdita di Elena. Infatti, il protrarsi della malattia, l'impossibilità di vedere la moglie per non causarle emozioni che sarebbero risultate fatali, lo hanno portato a nutrire del risentimento nei suoi confronti e, confesserà in ultimo, al tradimento. Rocco infatti si è innamorato di un'altra donna che però, stanca di aspettarlo, lo ha lasciato e sta per partire con un altro.<br />
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<span style="color: blue;">ROCCO Una cosa mostruosa, di una cattiveria inspiegabile, e non riesco a trovare niente che possa giustificare questo tuo comportamento. Anche ammesso che tu l'abbia fatto per puro altruismo, per carità cristiana, come hai potuto pensare di nascondermi una cosa simile? Chi sei tu che ti permetti di sostituirti ad una legge di natura comune a tutti gli uomini, e che tutti accettiamo, per istinto, prima ancora di venire al mondo? Il dolore era mio lo capisci, e lo avrei sofferto tutto, tutto intero: fino in fondo. Mi sarei disperato, mi sarei strappato i capelli, avrei passato notti intere a piangere... e avrei assaporato la gioia, se gioia si può chiamare, del conforto che ti danno gli amici in casi simili. [...] Avrei versato tutte le mie lacrime per lei. Adesso come faccio a piangere? Dimmi tu come faccio? Non me ne sento né la disposizione né la voglia. E l'adoravo, povera Elena! Aveva diritto al mio pianto! Invece l'ho odiata come si odia il debito.</span></div>
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Non riesce a perdonarla per averlo privato di quel dolore che gli apparteneva e di averlo fatto diventare, suo malgrado, un adultero e addirittura un potenziale assassino nel momento in cui si è abbandonato poco prima al suo impeto di rabbia. Lucia lo accusa di essere un uomo insensibile e capace di odiare. Solo sul finale i due fratelli sembrano riappacificarsi. Rocco infatti rivela che la donna che ama aspetta un figlio da lui. Lucia allora lo esorta a tentare di fermarla prima che prenda l'aereo che la porterà a Londra con un altro uomo, poiché non riuscirebbe a perdonarsi per averlo privato anche della gioia di un figlio. </div>
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<span style="color: blue;">ROCCO Ricordati che se non riesco a fermarla mi tiro un colpo di rivoltella. <i>(Si dirige verso l'uscita. Poi si volta di scatto verso Lucia per fermare con il braccio teso e la mano aperta, prima ancora che con le parole, le improbabili inconsiderate reazioni di lei)</i> No! Non me lo tiro il colpo di rivoltella! O meglio: non lo so. Come faccio a sapere... Forse penserò: «Ci sono i prati, tramonti, i cieli stellati...» Gli alberi mi diranno: «Ci siamo noi!» Il mare mi farà sentire la sua voce... Dirò a me stesso: «Un'altra donna forse la trovo, un altro figlio lo faccio!» Non lo so. Ad ogni modo, se deciderò di tirarmi un colpo di rivoltella: non te l'ho detto! Hai capito? Lo leggerai sui giornali.</span></div>
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A bilanciare un'atmosfera nel complesso drammatica, a metà dell'atto giungono a casa dei due fratelli i vicini del palazzo i quali, appresa la notizia del ritorno di Rocco, accorrono per portargli le loro tardive condoglianze ma finiscono per rendere la situazione a tratti comica.</div>
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Partendo da uno spunto di sapore Pirandelliano, che ne <i>La vita che ti diedi</i> mette in scena una situazione simile, il personaggio eduardiano di Rocco non si rassegna, anzi si ribella alla finzione e la sua determinazione nel voler raggiungere la donna che ama ed il figlio che deve nascere indica il suo desiderio di riprendere in mano la propria esistenza.</div>
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<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgbTT3Ovwtm3TGV0Srh9s_GkrXgUUjhAh_Jj5-G471o7eT6-W6DM6fOvzBf-yQs1XnsiIPba0QPowKyGr0OZBzcDnLI7ads4Uu1FBdm2DF0Yk02uStqFZINOwZUH7AexADbfp4jDxsgZWni/s1600/Dolore+sotto+chiave.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgbTT3Ovwtm3TGV0Srh9s_GkrXgUUjhAh_Jj5-G471o7eT6-W6DM6fOvzBf-yQs1XnsiIPba0QPowKyGr0OZBzcDnLI7ads4Uu1FBdm2DF0Yk02uStqFZINOwZUH7AexADbfp4jDxsgZWni/s1600/Dolore+sotto+chiave.jpg" height="320" width="299" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><i>Eduardo, Regina Bianchi, Titina e Lauro Gazzolo</i></td></tr>
</tbody></table>
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L'atto unico, interpretato nella versione radiofonica da Titina, Eduardo, Regina Bianchi e Lauro Gazzolo, andò in scena per la prima volta nel 1964 insieme a <b><i>Il berretto a sonagli</i></b>, in occasione della riapertura del teatro San Ferdinando dopo la sua temporanea chiusura. In quella occasione il ruolo del protagonista fu affidato a Franco Parenti. Fu poi ripreso anche nella successiva stagione 1965-66, questa volta con l'altro atto unico <i style="font-weight: bold;">Il cilindro</i> ed in questa edizione Eduardo interpretò uno dei vicini di casa, dando vita anche ad una improvvisazione nella quale il personaggio interrompe la visita di condoglianze per dare istruzioni telefoniche alla sua cameriera sul modo di cucinare la coratella, improvvisazione particolarmente apprezzata dal pubblico e che fu riproposta anche anni dopo, quando la commedia fu portata in scena nella stagione 1979-80 insieme a <i style="font-weight: bold;">Genareniello </i>e <i style="font-weight: bold;">Sik-Sik, l'artefice magico</i>, rappresentate a Milano, Firenze e Roma e con le quali Eduardo diede l'addio alle scene.</div>
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Lo scorso giugno, al "Napoli Teatro Festival" è stata presentata una messa in scena dell'atto unico per la regia di Francesco Saponaro ed interpretata da Tony Laudadio, Luciano Saltarelli (nel ruolo femminile di Lucia) e Giampiero Schiano, le cui rappresentazioni proseguiranno nella stagione in corso 2014-15.<br />
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<iframe allowfullscreen="" frameborder="0" height="197" src="//www.youtube.com/embed/iVO38qRr8gk?rel=0" width="350"></iframe></div>
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<span style="color: purple; font-size: x-small;">Bibliografia</span><br />
<span style="color: purple; font-size: x-small;">Eduardo De Filippo, <i>Teatro</i>, vol. III, a cura di Paola Quarenghi e Nicola De Blasi (I Meridiani, Mondadori)</span><br />
<span style="color: purple; font-size: x-small;">Eduardo De Filippo, <i>Cantata dei giorni dispari</i>, vol. II, a cura di Anna Barsotti (Einaudi)</span><br />
<span style="color: purple; font-size: x-small;"><br /></span>Laura Fioravantihttp://www.blogger.com/profile/07574653349276472721noreply@blogger.com0