Nei giorni scorsi, su iniziativa della Fondazione Valenzi, si è voluto celebrare Eduardo, a trent'anni dalla sua scomparsa, attraverso la figura di sua moglie, Isabella Quarantotti. Un ricordo tutto al femminile, tracciato da donne che hanno conosciuto quella che fu la sua compagna di vita per quasi trent'anni e fino alla sua morte. Titolo del convegno, "Dietro un grande uomo, una grande donna. Eduardo ed Isabella".
Nata nel 1921 e cresciuta in una famiglia di intellettuali, rimasta orfana in tenera età, Isabella è stata una donna animata per tutta la sua vita da una grande curiosità intellettuale. Fin da giovane si è accostata al teatro, alla scrittura, coltivando interessi e conducendo una vita piena e, per quegli anni, fuori dagli schemi. Ha viaggiato, non ha mai smesso di studiare, ha frequentato ambienti e persone intellettualmente stimolanti. Di una bellezza intensa e non convenzionale, si sposò giovanissima con Felice Ippolito, dal quale ebbe sua figlia Angelica. Divorziarono dopo pochi anni e lei sposò il poeta inglese Alexander Smith, dal quale comunque si separò ben presto. Conobbe Eduardo nel 1956 e rimasero insieme fino sua alla morte. Fu una grande storia d'amore, di intesa intellettuale, di collaborazione lavorativa. Lei divenne addetta stampa della compagnia di Eduardo, scrissero insieme la sceneggiatura dell'originale televisivo "Peppino Girella", tratto dal racconto "Lo schiaffo" di cui lei era autrice e con il quale vinse nel 1960 il Premio Rieti. Si dedicò ininterrottamente alla scrittura, fu traduttrice di importanti autori inglesi ed ebbe un ruolo fondamentale anche nell'ultima, impegnativa fatica di Eduardo, la traduzione in napoletano del '600 de "La tempesta" di William Shakespeare. Fu lei infatti a realizzare la traduzione letterale del testo originale che poi Eduardo utilizzò per la versione in napoletano, un lavoro straordinario che lo impegnò negli ultimi mesi della sua vita.