Con queste parole Eduardo presentava l'edizione televisiva del 1962 del suo atto unico Sik-Sik, l'artefice magico. Ad ulteriore riprova di quanto fosse legato a questo povero illusionista-illuso (secondo la felice definizione che ne ha dato Anna Barsotti) è il fatto che lo scelse come ultimo personaggio da interpretare per il suo addio alle scene nel 1980. Sik-Sik, concepito dal suo autore durante un viaggio in treno tra Roma e Napoli nel 1929, può vantare di essere stata la prima opera di Eduardo pubblicata nei primi anni Trenta, edita dalla Tirrena, una casa editrice di Napoli, insieme all'atto unico Filosoficamente.
Sia con la compagnia "Il Teatro Umoristico" che con "Il Teatro di Eduardo" è stato portato in scena nel corso di tutta la lunghissima carriera del suo autore. Nella stagione 1978-79 fu rappresentato a Napoli, al San Ferdinando insieme al Berretto a sonagli di Pirandello. In quell'anno era direttore del teatro il giornalista, scrittore e critico teatrale Giulio Baffi il quale, una sera, registrò su un nastro l'audio dello spettacolo. A distanza di anni, dopo la morte di Eduardo, Sik-Sik è tornato in palcoscenico interpretato da Carlo Cecchi e da Silvio Orlando. Assistendo a queste rappresentazioni Baffi si rese conto che, rispetto allo spettacolo del San Ferdinando, erano assenti molte battute rimaste impresse nel suo nastro.
Decise allora di confrontare l'edizione Einaudi della Cantata dei giorni pari, risalente alla versione del 1929, con la sua registrazione ed effettivamente riscontrò che la seconda era più lunga.
Sik-Sik raffigurato nell'atrio del San Ferdinando |
Il direttore della rassegna beneventana ha espresso l'intenzione di pubblicare il testo inedito, corredato da un CD con la registrazione. Nell'attesa, è possibile ascoltare l'audio della ripresa televisiva del 1962, che come è noto è andata perduta, grazie al ritrovamento della registrazione su magnetofono che fece all'epoca Lello Mazzacane, oggi docente universitario e che qualche anno fa ha donato i suoi nastri alla Rai.
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