sabato 27 febbraio 2010

L'arte della commedia. Atti del convegno...

Come recita il sottotitolo, questo volumetto raccoglie gli atti di un convegno di studi sulla drammaturgia di Eduardo tenuto nel settembre 1988 al Teatro Ateneo, presso l'Università di Roma. 
Sono sette interventi di vari studiosi che affrontano ciascuno un aspetto della drammaturgia di Eduardo e che offrono spunti interessanti per approfondire lo studio dell'opera del drammaturgo. 
Di particolare interessante il saggio di Roberto De Simone, compositore, drammaturgo, regista napoletano, che ha affrontato il tema del linguaggio e della tradizione nell'opera di Eduardo offrendo un excursus sui tipi di dialetto presenti nella tradizione napoletana e sull'uso che ne farà Eduardo nella sua produzione. 
Il libro inoltre si apre e si conclude con due scritti, In forma di prologo. Conversazione su Eduardo e In forma di epilogo. Una testimonianza, rispettivamente della moglie Isabella e di Ferruccio Marotti, docente del Dipartimento di Arti e Scienze dello spettacolo dell'Università di Roma.

Questi gli interventi presenti nel libro:

  • In forma di prologo. Conversazione su Eduardo di Isabella Quarantotti De Filippo
  • Franca Angelini, Eduardo negli anni Trenta: abiti vecchi e nuovi
  • Paola Quarenghi, Dal Pari al dispari. Una commedia del repertorio di Eduardo
  • Maurizio Grande, Un ballo in maschera
  • Huguette Hatem, 1948-1988. Quarant'anni di «Grande magia» e di «Voci di dentro»
  • Antonella Ottai, Le due scritture: il tondo e il corsivo nelle commedie di Eduardo
  • Roberto De Simone, Linguaggio e tradizione nel teatro di Eduardo
  • Agostino Lombardo, Eduardo e Shakespeare
  • In forma di epilogo. Una testimonianza, Ferruccio Marotti.

martedì 23 febbraio 2010

Ca si fosse

Sta tutto scritto
sta tutto signato.
Chi pé na mano
chi pé n'ata mano...
Chello pè cchesto
e chesto pé chell'ato...
Sta tutto scritto
sta tutto signato.

Ma addò sta scritto?
Addò vene signata
na sorta trista
ca te nchiova ncroce?
E chi è stu nfamo,
st'anema dannata
ca segna e scrive
dint'a chistu libro
e ca dice:
«Mò tu!»,
«Tu no!»,
«Tu sì!»?
Nun se trova na pagina caduta,
vulata all'intrasatta
'a dint 'o libro:
nu fuglietto,
n'appunto...
nun se trova né pé ll'aria
né nterra.

Ca si fosse...
ca na pagina sola se truvasse,
cu n'appunto signato,
na parola,
se putesse
cu certezza sapé
qual è 'a mano ca scrive,
e se sapesse
si scrive cu nu scopo
na ragione
o pé sfizio sultanto
o sulamente pé malvagità...

Addò sta scritta
addò vene signata
na sorta trista
ca te nchiova ncroce?
E addò se mette 'a sciorta
pé nun se fa vedé
primmo d' 'o tiempo
primmo d' 'o juorno
ll'ora
e d' 'o mumento
ca t'addà zumpà ncuollo
a tradimento?

Se mette dint' 'a voce
mmiez' 'e pparola toie
sott' 'e penziere
se mmesca mmiez' 'e mmosse ca tu faie,
dint' 'e resate 'e quanno sì felice...
e quanno s'annasconne
nun t' 'o dice.
Da Le poesie di Eduardo, Einaudi, pagg. 74-76


giovedì 18 febbraio 2010

Una persona fuori dell'ordinario

Isabella Quarantotti è stata la terza moglie di Eduardo. Si conobbero nel 1956 e circa un anno dopo iniziò la loro storia d'amore che durò fino alla morte di Eduardo, nonostante i ventuno anni di differenza che li separavano. Isabella era una donna molto intelligente, scrittrice, traduttrice, ha lavorato a fianco di Eduardo e, tra l'altro ha scritto con lui lo sceneggiato televisivo "Peppino Girella", tratto dalla sua novella "Lo schiaffo". Nel 2002 ha scritto questo piccolo libro dal titolo "In mezzo al mare un'isola c'è…", incantevole. È il diario dei tre mesi che trascorsero insieme sull'isolotto di Isca, uno scoglio nel golfo di Salerno, di fronte alla costiera Amalfitana, di proprietà dello stesso Eduardo. Siamo alla fine degli anni Cinquanta, in estate.
C'è la descrizione della natura, delle albe e dei tramonti, delle tempeste e della quiete che segue. Il tempo dilatato e le emozioni di una donna, innamorata di un uomo che lei definisce fuori dell'ordinario. Ci sono foto in bianco e nero che li ritraggono tra gli scogli, sulla terrazza di casa, durante le passeggiate.
Accanto a tanti libri letti su Eduardo artista, questo l'ho amato perché parla dell'uomo, veramente un uomo straordinario.

«Gironzolo per l'Isola, drogata dallo splendore che mi circonda. Il cielo si tende, gonfio di luce. Le montagne e le coste hanno contorni nitidi, come in rilievo. Gli ulivi, incalzati dal vento, mostrano ora il lato verde scuro delle foglie, ora quello argenteo. Giù a mare, a pelo d'acqua, schiamazza un gruppo di gabbiani. Un aereo passa alto, senza suono, disegnando in cielo una doppia scia vaporosa e candida. Urto con il piede una pianticella di menta selvatica e nell'aria si diffonde il suo profumo.
Tutte cose che devo a te, Eduardo mio, come se non bastasse la felicità che mi viene dall'essere 'a femmena tua».

La prefazione del libro è di Luca De Filippo ed è struggente.

«[...] Un libro che ho dovuto far maturare in me per poterne determinare ed apprezzare implicazioni e conseguenze personali. Del resto il compito dei libri, quando hanno il diritto di chiamarsi tali, è questo. [...]
Il legame che tu racconti col tuo uomo in quel momento è bellissimo ed io in un certo senso te lo invidio, poiché quell'uomo era mio padre, ma ti sono grato di avermi regalato i suoi ricordi che io non conoscevo e che ora, grazie al tuo libro, sono diventati anche miei».

L'ho letto d'un fiato ed è uno di quei libri che ti fanno "sentire l'odore" di ciò che descrivono, che ti fanno entrare quasi fisicamente nelle descrizioni, dandoti l'impressione di sentire il rumore del mare in sottofondo. Alla fine mi è rimasta una sorta di nostalgia per un posto mai visto, per questo scoglio isolato nel mare.

«Oppressi dal caldo umido, circondati dalla favolosa beltà della notte, ci ha preso lo sgomento della fine. Fine dell'estate, fine della felicità. "Statti vicino a me", dice piano Eduardo. L'ho abbracciato e così siamo restati a lungo, trasognati, anche dopo che l'ultima candela si è spenta sfrigolando. […] Isola amata, con le tue gambe rocciose solidamente piantate in mezzo al mare ialìno, quanto sei bella. Già soffro di nostalgia per te».