mercoledì 31 ottobre 2012

Il punto di arrivo... il punto di partenza


«Si dice che nella vita dell'uomo c'è un punto di partenza ed un punto di arrivo, di solito riferiti all'inizio e alla fine di una carriera. Io, invece, sono convinto del contrario: il punto di arrivo dell'uomo è il suo arrivo nel mondo, la sua nascita, mentre il punto di partenza è la morte che, oltre a rappresentare la sua partenza dal mondo, va a costituire un punto di partenza per i giovani.
Perciò a me la morte m'incuriosisce, mi sgomenta, ma non mi fa paura, perché la considero la fine di un ciclo - il  mio ciclo - che però darà vita ad altri cicli legati al mio. Soltanto così, anche se non crediamo in un dio al di fuori di noi,  possiamo sperare nell'immortalità. Non quella clamorosa d'un Dante o d'un Leonardo, ma pur sempre immortalità, in quanto qualcosa di noi viene trasmesso ad altri esseri umani, giovani, i quali, a loro volta, dopo aver esaminato il "lascito" e scartato quello che non gli serve, alla fine del loro ciclo passeranno la mano [...] ad altri giovani.
I cicli, sempre uguali e sempre diversi, si susseguono, accogliendoci tutti nella loro inarrestabile evoluzione. Una immortalità umana, quindi limitata, ma all'uomo è stato concesso il dono di sognare, che non è poi piccola cosa...
Dunque, questi miliardi di punti di partenza, che miliardi di esseri umani, morendo, lasciano sulla terra, sono la vita che continua. La vita che continua è la tradizione. Se un giovane sa adoperare la tradizione nel modo giusto, essa può dargli le ali. [...] Naturalmente, se si resta ancorati al passato, la vita che continua diventa vita che si ferma - e cioè morte - ma, se ci serviamo della tradizione come d'un trampolino, è ovvio che salteremo assai più in alto che se partissimo da terra!»

martedì 30 ottobre 2012

"La Tempesta" su Radio3

Il prossimo giovedì 1 novembre (*) alle ore 20:30 il programma "Tutto esaurito! Trenta giorni di teatro a Radio3" in onda su Rai3, dedica la serata alla trasmissione de "La tempesta" di William Shakespeare registrata da Eduardo nella sua traduzione in napoletano del '600. Questa versione non è mai stata trasmessa integralmente ed è certamente un'occasione imperdibile per gli appassionati ed i cultori dell'arte di Eduardo.



Il calendario del programma, giunto alla sua seconda edizione partita ieri e che si concluderà il prossimo 30 novembre, presenta diversi appuntamenti interessanti. Da segnalare in particolare altre due serate dedicate ad Eduardo: il 13 novembre alle 23:30 "Sik-Sik l'artefice magico" con Carlo Cecchi, Arturo Cirillo, Iaia Forte e Tommaso Ragno, regia di Carlo Cecchi; il 16 novembre alle 22:50 l'atto unico "Occhiali neri", con Eduardo e, tra gli altri, Pupella Maggio, Regina Bianchi. (leggi il calendario completo del programma).

(*) Per motivi tecnici la messa in onda della Tempesta è stata rimandata. Al suo posto è stato trasmesso l'atto unico Sik-Sik l'artefice magico, inizialmente previsto per il 13 novembre. È possibile scaricare il podcast collegandosi a questo link


Per saperne di più
Eduardo traduce Shakespeare
Tempeste
Eduardo e Shakespeare. Parole di voce e non d'inchiostro

lunedì 22 ottobre 2012

Attori in cerca di autorità

È di questi giorni la notizia che il prefetto di Napoli ha redarguito un sacerdote di Caivano, noto per il suo impegno contro i clan che gestiscono il traffico di rifiuti tossici, per essersi rivolto al prefetto di Caserta chiamandola "signora". Non ho potuto fare a meno di andarmi a rileggere questo dialogo da "L'arte della commedia", tra il capocomico Oreste Campese ed il Prefetto De Caro.


DE CARO  (impaziente) Campese, allora che vuole? Si sbrighi, non mi faccia perdere tempo.
CAMPESE   abbiamo messo su un lavoro nuovo, scritto da mio figlio e da Gualtiero mio genero: «Occhio al buco della serratura». Invece di raccontare una sola vicenda che a volte si stiracchia per tre atti, hanno pensato di raccontarne quindici, brevemente, e indipendentemente l'una dall'altra. Quindici casi insoliti che al finale della rappresentazione danno al pubblico l'impressione di avere sorpreso l'intimità di quindici famiglie mettendo l'occhio al «Buco della serratura» per quindici volte.
DE CARO   Ah, interessante.
[...]
CAMPESE   [...] Ognuno di noi ha dai dodici ai quindici travestimenti. Ci trucchiamo, alteriamo le voci, diventiamo grassi, magri, grossi, gobbi... abbiamo salvato la cassetta dei trucchi... e in sole due ore di spettacolo.
DE CARO   Allora?
CAMPESE   Se Vostra Eccellenza volesse onorare con la sua presenza lo spettacolo di domani sera, io e i miei compagni gliene saremmo riconoscenti per tutta la vita. L'annuncio soltanto metterebbe a rumore il paese: «Con l'intervento della massima autorità, Sua Eccellenza il Prefetto». Dalla ribalta io le rivolgerei un indirizzo di omaggio...
DE CARO   (impermalitosi) Io le risponderei dal palco...
CAMPESE   Garantisco un teatro gremito. E così parto con i soldi miei...
DE CARO   Campese, lei è pazzo. Mi sono accorto della sua pazzia, poco fa, mentre mi parlava sui problemi del teatro. Se ne vada e si accontenti di quel che le dico. Ho delle responsabilità, ho da pensare a fatti seri, che riguardano il mio ufficio; non ho tempo per assistere alle sue... (Si ferma in tempo, sbuffa, poi risolve) Sì... alle sue rappresentazioni.
CAMPESE   Voleva dire un'altra cosa, Eccellenza.
DE CARO   (scattando) Alle sue buffonate! Va bene? Contento?
CAMPESE   Ma non sono buffonate. Si tratta di fatti veri, casi crudeli, tragici, grotteschi, accaduti sul serio, raccolti e annotati da Gualtiero e Filippo durante le nostre peregrinazioni per i paesi, per le montagne...
DE CARO   Caro lei, sono a contatto della verità in ogni ora del giorno. Si ricordi che si trova di fronte al Prefetto. Non ho bisogno di mettere «l'occhio al buco della serratura».

domenica 7 ottobre 2012

Un filmato inedito per il Piano Marshall e altre storie

Su "Il Mattino" dello scorso 5 ottobre è comparso un articolo sul ritrovamento di un filmato inedito girato da Eduardo nell'immediato dopoguerra. Si tratta di quello che oggi chiameremmo "spot" propagandistico per il Piano Marshall, destinato probabilmente alla diffusione attraverso i cinegiornali. Il filmato è stato rinvenuto negli archivi della Cineteca Nazionale del Centro Sperimentale di Cinematografia di Roma. Sembra che lo spot, probabilmente realizzato nell'ambito di una campagna europea per la promozione del progetto di aiuti da parte degli Stati Uniti, non sia mai stato proiettato, tanto che né gli studiosi né gli stessi eredi erano a conoscenza della sua esistenza. La pellicola era in pessime condizioni e la Cineteca Nazionale, consultato il presidente della Fondazione De Filippo, Francesco Somma, ne ha avviato il restauro. Un'analoga collaborazione tra la Cineteca e la Fondazione ha riguardato di recente il restauro di un cortometraggio di Enrico Guazzoni del 1916 di cui è protagonista Vincenzo Scarpetta, dal titolo Il gallo nel pollaio, ritrovato nella cineteca di Oslo. La Fondazione De Filippo ne ha finanziato il restauro ed il film, arricchito da una nuova colonna sonora con musiche dello stesso Vincenzo Scarpetta (*), sarà presentato dalla Fondazione De Filippo entro la fine dell'anno.

Lo spot sul Piano Marshall ha per titolo "Monologo" ed è girato sulla falsa riga della celeberrima scena del balcone nella commedia Questi fantasmi!, protagonista Pasquale Lojacono che conversa con il suo dirimpettaio "invisibile", il professore Santanna. Il filmato si conclude con una  battuta che può dare adito ad una interpretazione forse non molto efficace dal punto di vista pubblicitario; Lojacono infatti si rivolge al professore dicendo: "Che dite prufesso', sarà 'na cosa bbona stu piano Marshall?". Questa chiosa mi ha fatto tornare in mente uno scritto, presente nel volume 'O canisto (poi nel libro di Isabella Quarantotti Eduardo, polemiche,  pensieri, pagine inedite) dal titolo "L'America ci aiuterà?", datato 1947. Si tratta di un intervento che Eduardo fece in occasione di una messa in scena di Filumena Marturano per i giornalisti del Sindacato della stampa parlamentare, alla quale erano presenti anche importanti esponenti della classe politica dell'epoca. In attesa che venissero ultimati gli ultimi ritocchi alla scena, Eduardo si rivolse alla platea con queste parole: