sabato 17 dicembre 2011

Il figlio di Pulcinella

"Racconto moderno da un favola antica", così recita il sottotitolo di questa commedia, scritta da Eduardo negli anni tra il 1955 e il 1959. Protagonista è Pulcinella, la maschera che identifica il popolo napoletano tradizionalmente sfruttato dai potenti, disprezzato e asservito.

L'intento di Eduardo era di calare l'antica maschera nella realtà del proprio tempo. L'epoca in cui viene composta la commedia è quella in cui si era affermato il fenomeno del "laurismo", dal nome dell'armatore Achille Lauro che in quegli anni fu sindaco di Napoli. La sua azione politica si attuava attraverso il clientelismo, i favoritismi e cercando di conquistare il ceto popolare grazie ad atti paternalistici che passavano anche attraverso i successi calcistici e le feste cittadine.

Nella commedia Pulcinella è ormai arrivato alla fine dei suoi giorni, stanco e abbandonato. L'unica a fargli compagnia è la lucertola Catarinella, che ai suoi occhi assume le sembianze di una ragazza. Vive in una capanna sulla terrazza della casa del suo padrone, il barone Vofà-Vofà. Una lunga didascalia descrive il suo apparire in scena:

«[...] il pavido servo inservibile, sguscia dal suo rifugio come una lumaca. E così, carponi come si trova, mezzo fuori e mezzo dentro, reclina il capo prima verso destra, fissando il pubblico, con uno sguardo ambiguo e sornione, poi verso sinistra per osservare, con accorato senso di nostalgia, il panorama di Napoli. Le sembianze dell'illustre "Acerretano" oltre ad essere mutate dall'ultima volta che il suo nome figurò sui cartelloni del San Carlino, [...] presentano altresì certi segni caratteristici insoliti che suscitano in chi li osservi da critico e da cultore delle tradizioni, un vivo senso di sgomento e commozione insieme. [...]».

Appare invecchiato, con i capelli lunghi e canuti che fuoriescono dal tradizionale e malconcio "pan di zucchero", la casacca ridotta ad un cencio. Il suo padrone ha intenzione di presentarsi alle elezioni e, per guadagnarsi il consenso popolare pensa di ricorrere al suo vecchio servo, ben sapendo che con poche lusinghe può sfruttarlo per i suoi scopi. Allo stesso modo però anche altri  cercheranno di blandire Pulcinella ed il popolo che lui rappresenta. La maschera è disposta a farsi strumentalizzare ed a vendersi al migliore offerente firmando le tessere di tutti i partiti, pur di riuscire a sopravvivere.

domenica 4 dicembre 2011

Lo Scoiattolo di Luisella

Ieri ricorrevano i cento anni dalla nascita di Nino Rota, uno dei maggiori compositori italiani. Rota è stato autore di numerose colonne sonore di film, definito spesso come "il musicista di Fellini" e premio Oscar per la colonna sonora del film "Il padrino parte II".

Tra le sue innumerevoli collaborazioni vi è stata anche quella con Eduardo. Probabilmente in questo contesto il suo lavoro più noto è l'opera lirica "Napoli milionaria!", con libretto dello stesso Eduardo e presentata alla serata inaugurale del Festival dei Due Mondi di Spoleto il 22 giugno 1977. Già da molti anni tuttavia i due avevano lavorato insieme e Rota aveva composto diverse colonne sonore per Eduardo: nel 1950 per la versione cinematografica di "Napoli milionaria!", nel 1951 per il film "Filumena Marturano", nel 1966 per il film "Spara forte, più forte... Non capisco" con Marcello Mastroianni, tratto dalla commedia "Le voci di dentro". Nel 1971 scrisse le musiche per lo spettacolo "Ogni anno punto e da capo", rappresentato al Piccolo Teatro di Milano con Ombretta Colli, Franco Parenti e Paolo Graziosi. Partecipò alla "Lieta serata con Eduardo e i suoi  compagni d'arte", organizzata dall'impresario Carlo Molfese al Teatro Tenda di Piazza Mancini a Roma. In questa occasione compose la musica per un balletto interpretato da Carla Fracci, ispirato alla scena finale di Filumena Marturano. Tra il 1975 e il 1981 scrisse le musiche per le edizioni televisive di alcune commedie: "Lu curaggio de nu pompiere napulitano", "Li nepute de lu sinneco", "'Na santarella", "'O tuono 'e marzo", "Quei figuri di trent'anni fa" (insieme ad Eduardo fecero un adattamento di musiche d'epoca) e "Il contratto".

Luisella ritratta da Titina
In un'altra occasione tuttavia Eduardo e Nino Rota avevano realizzato qualcosa insieme e fu una circostanza strettamente legata ad una vicenda personale che aveva profondamente segnato Eduardo. Il 5 gennaio 1960 la sua amatissima figlia Luisella, nata nel settembre del 1949, morì a causa di un'emorragia cerebrale. Nel suo libro del 1971 "'O Canisto" Eduardo le dedica un capitolo, con la poesia "Pazzianno c' 'o suonno" e con un ricordo personale. Racconta che la bimba ogni giorno, tornando da scuola, non mancava mai di portargli un piccolo regalino, qualcosa acquistata su una bancarella, oppure un fiore, una foglia dalla forma o dai colori particolari. Un giorno però, essendosi trattenuta a scuola più del solito per completare un tema, non aveva fatto in tempo a portargli nulla. Era però ansiosa di raccontare a suo padre la storia che aveva scritto nel componimento e, come scrive Eduardo «il regalo me lo fece lo stesso...».

La storia è quella di uno scoiattolo che non ha i denti e che quindi non riesce a mangiare. Nel bosco in cui vive passa un re, che gli promette una polvere magica in grado di farglieli spuntare. In cambio però lo scoiattolo deve recarsi a corte e preparare un sontuoso banchetto per lui ed i suoi illustri ospiti. Il piccolo roditore accetta ma la preparazione del pranzo  si rivela più lunga e complicata del previsto, tanto che il re minaccia di decapitarlo. Quando finalmente tutto sembra essere pronto, lo scoiattolo, specchiandosi nel coperchio di una pentola, si accorge che, anche senza polvere magica, gli sono spuntati i denti. Stanco ed affamato mangia tutto quello che aveva cucinato e fugge via dalla reggia, lasciando il re e tutti i suoi ospiti a bocca asciutta.

Da questo racconto Eduardo scrisse il libretto per un'Operina in un atto per bambini, "Lo scoiattolo in gamba", con la musica, appunto, di Nino Rota. Nel Canisto Eduardo riporta il testo del libretto e, a conclusione del capitolo, scrive:

«...Adesso Luisella tiene vent'anni... Il tempo passa, come no! Per una ragazza bella come lei, moderna, allegra e con tutta la gioia di vivere che ha, si giustifica in pieno l'indifferenza che prova per i ricordi d'infanzia; io però, a sua insaputa, questo "Scoiattolo" l'ho voluto mettere nel Canisto. Lei non lo darà a vedere, ma in fondo ne avrà gioia».