mercoledì 3 marzo 2010

Toni Servillo alla tavola di donna Rosa

Un paio di sere fa ho visto in DVD Sabato, domenica e lunedì nella messa in scena di Toni Servillo, del 2002. Questo spettacolo ebbe a suo tempo un grandissimo successo e fu rappresentato nel 2006 anche a Parigi.

Non esiste alcuna documentazione filmata di questa commedia da parte di Eduardo, sebbene  fosse stata registrata negli anni Sessanta. Poi, non si sa bene come, scomparve dagli archivi della Rai insieme a Sik Sik l'artefice magico, sembra per riciclare i nastri magnetici. A tale proposito c'è una interessante testimonianza di Andrea Camilleri, all'epoca dirigente Rai.

È una messa in scena molto differente da quelle a cui siamo abituati pensando alle commedie di Eduardo, a cominciare dalla scelta di realizzare una scenografia molto essenziale.
Poco tempo fa avevo letto di questo allestimento in un libro di Anna Barsotti, dove è riportato, tra l'altro, un lungo intervento tenuto dall'attore e la sua compagnia al Teatro Verde di Pisa, nel 2004. Penso valga la pena riportare alcuni brani:

Come ti sei accostato a quest'opera?
[…] L'accostamento è perché… ci sono tante ragioni, le elenco un po'… Io credo che una delle cose che a me interessano di più del teatro di Eduardo è la centralità che lui pone, all'interno della sua drammaturgia, di interesse nei confronti dell'uomo medio, cioè dell'uomo italiano che appartiene ad una classe media, che sta a metà tra la piccola borghesia e la borghesia. E sulla quale lui esercita una spietatezza "denunciatoria" di responsabilità molto forti che questa classe ha; […] la straordinarietà di Eduardo è di non raccontare la vita com'è, perché, se noi mettessimo intorno ad una tavola sedici persone nella loro apparente normalità che si mangiano il ragù, creeremmo una dimensione di noia totale, mentre invece lui mette intorno a questa tavola persone che impongono la loro stranezza; e la cosa inquietante è che però la devono condividere […] e attorno a un luogo simbolico dove questa concentrazione dovrebbe significare gaiezza e gioia di vivere, che è quella di mangiarsi il ragù, e che invece è tutto il contrario, cioè intorno a quel simbolo, vengono fuori tutte le conflittualità. Allora questa è la ragione per cui io ho, d'impatto, immaginato di mettere in scena il testo, perché credevo che per queste ragioni tematiche vi potesse essere una curiosità.
[...] La scenografia è un contenitore quasi astratto, con però degli elementi molto concreti e molto funzionali, tutti funzionali all'azione...
[...] Io nella semplicità di questo allestimento [...] mi sono ispirato non solo ad una sua dichiarazione, in cui lui afferma di essere per un teatro semplice, povero, umile, onesto. Quando vedeva degli allestimenti troppo costosi, troppo ricchi sul piano scenografico, diceva: «hai speso troppo»; ma questa battuta significava che a Eduardo interessava, essendo un attore, che al centro del suo teatro vi fosse la chiarezza del lavoro dell'attore.
 [...] Il finale eduardiano tutto sommato è sempre 'aperto', e basta poco per rovesciarlo: sopprimere un battuta, una didascalia.

Io ho tolto due battute finali [...] perché mi sono accorto che certi contenuti di amarezza, di routine, di una certa aurea mediocritas nella quale si scioglieva comunque questo rapporto faticoso, in certi momenti inerte, d'amore nella coppia, nel titolo stesso che racconta una circolarità, un tempo circolare che si ripiega su se stesso, potessero lasciare immaginare comunque che il Lunedì è un giorno transitorio, che può riportare poi a un Venerdì che crea le condizioni perché si ricreino un Sabato e una Domenica uguali.


Servillo, oltre che interprete è stato anche regista dello spettacolo e scenografo insieme a Daniele Spisa, mentre Rosa Priore è interpretata da una bravissima Anna Bonaiuto. 


Sullo stesso argomento:
6 novembre 1959. Sabato, domenica e lunedì

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