domenica 8 dicembre 2013

Eduardo su Youtube. "La tangibile nostalgia di un'assenza"


Quando Eduardo presentò agli aspiranti allievi il corso di Drammaturgia che avrebbe tenuto all'Università La Sapienza di Roma, si soffermò tra l'altro sull'importanza della tradizione, spiegando cosa rappresentasse per lui: un punto di partenza , la vita che continua, qualcosa che può essere anche confutato e negato, ma che prima va conosciuto, un trampolino di cui servirsi per "saltare molto più in alto". Intraprese questa esperienza in tarda età, quando ormai la salute non gli permetteva più di recitare, per mettere a disposizione dei giovani il suo "mestiere", per dare loro il "coraggio di scrivere" e per non lasciar morire la sua tradizione.

Nel corso della sua lunga vita di uomo di teatro, Eduardo si servì dei nuovi mezzi di comunicazione che man mano andavano prendendo piede per documentare e diffondere presso un pubblico sempre più vasto la sua opera. Negli anni '50 registrò per la radio Filumena Marturano e Le voci di dentro, alcune delle sue commedie più note furono adattate per il cinema, con esiti più o meno fortunati, ed infine iniziò la sua esperienza con la televisione. Fu un approccio basato in un primo momento su un sentimento di diffidenza. Eduardo infatti temeva che questo mezzo, nato da poco, potesse inflazionare il suo repertorio. Le prime commedie andate in onda furono delle riprese in diretta da teatro, soprattutto del repertorio Scarpettiano (Miseria e nobiltà, Tre cazune furtunate). Nel '56 registra  sei telefilm tratti da suoi atti unici e quindi nel 1962 realizza il primo ciclo di commedie. Si tratta di una novità assoluta per la televisione in quanto Eduardo si propone come autore, attore, regista, capocomico della stessa compagnia con cui lavora in teatro.
Seguirà un secondo ciclo due anni dopo, quindi il cosiddetto "ciclo Scarpettiano" a distanza di undici anni ed a seguire un terzo e quarto ciclo tra il 1975 ed il 1981. Nel corso di questa lunga frequentazione, Eduardo segue le evoluzioni del mezzo televisivo, passando dal bianco e nero al colore e prendendo sempre maggior confidenza con lo strumento, il che gli permise anche di imporre maggiormente il suo stile. A partire infatti dai lavori realizzati negli anni '70, abbandona alcuni schemi televisivi legati al linguaggio e soprattutto alle ambientazioni, piegando il mezzo televisivo ai linguaggi ed agli spazi teatrali. Non più quindi scene ricostruite nei minimi dettagli, personaggi che si spostano da un ambiente all'altro come negli sceneggiati, ma la riproduzione di un vero palcoscenico, trucco e recitazione degli attori come se si trovassero in un vero teatro, fino ad arrivare alle sagome disegnate del pubblico in sala a cui, nelle ultime registrazioni, la compagnia ripresa di spalle, rivolge il rituale ringraziamento.

«[...] via via che gli anni passano e le tecniche di ripresa e di trasmissione si fanno più complesse e sofisticate, il documento diventa monumento all'arte di una scena che è stata. I personaggi perdono sempre di più il presente prossimo della loro condizione per parlare le voci della storia e della tradizione; l'azione arretra rifugiandosi nella simulazione della visione scenica e la ripresa esplicita il luogo vero in cui queste erano nate - il palcoscenico - e il luogo fantasmatico in cui ora si trovano a muoversi - le sagome finte di un pubblico artefatto negli studi della televisione. È vero, tutto questo serve a dire che la televisione è pallida ombra del teatro, ma quel teatro, fuori della televisione, potrebbe non esserci più. Nell'affidargliene l'ombra, Eduardo ha investito la televisione di una missione civile». (A. Ottai, Le esperienze radio-televisive di Eduardo, in Atti del Convegno di studi sulla drammaturgia civile e sull'impegno sociale di Eduardo De Filippo senatore a vita, Rubbettino)

Dopo la sua morte questo enorme patrimonio è stato reso accessibile, oltre che con le ricorrenti repliche televisive, prima con la diffusione in VHS e poi in tempi più recenti in DVD. Questi ultimi si sono arricchiti di interessanti contenuti extra: brevi documentari sulla storia delle commedie, interviste, brani letti da attori che hanno lavorato con Eduardo. Oggi tutto questo sarà reso disponibile sul web grazie alla nascita di un canale Youtube interamente dedicato al teatro di Eduardo (http://www.youtube.com/user/teatroeduardo). Suo figlio Luca infatti, in perfetta continuità con l'intento paterno di documentare e lasciare ai posteri traccia del suo teatro, ha donato l'intera produzione televisiva affinché sia disponibile gratuitamente online, in collaborazione con Digital Studio & DVD.

Il canale è strutturato in diverse sezioni, una dedicata alle commedie, una a playlist composte da brani delle stesse, la terza agli attori di Eduardo ed infine una sezione dedicata agli speciali ed agli approfondimenti critici. Questa iniziativa, inserita nelle celebrazioni del trentennale dalla sua morte che cade nel 2014, si presenta come un interessante esperimento finalizzato, come auspicato da Luca De Filippo, ad avvicinare soprattutto  il pubblico dei più giovani al teatro di Eduardo.

A noi che lo amiamo da anni, questo ennesimo tributo lascia, citando Paola Quarenghi, «non l'illusione di una presenza, ma la tangibile nostalgia di un'assenza».


Per approfondire il tema del rapporto tra Eduardo e la televisione:
Eduardo. L'arte del teatro in televisione, a cura di Antonella Ottai (Rai Eri)
Lo spettatore col binocolo, di Paola Quarenghi (Edizioni Kappa)


Nessun commento:

Posta un commento

Grazie per aver visitato questo blog!