domenica 7 novembre 2010

7 novembre 1946. Filumena Marturano

         



Con queste parole Eduardo, durante lo spettacolo Lieta serata insieme a Eduardo e ai suoi compagni d'arte che ebbe luogo al Teatro Tenda di Roma il 29 giugno 1978, ha ricordato come nacque Filumena Marturano, una delle sue commedie più famose e più amate. Come spesso accadeva, dopo averla scritta ne fece una lettura per amici e critici e Titina ricordò così questa circostanza: «Dopo il primo atto i consensi scoppiarono unanimi; dopo il secondo e il terzo nessuno osa parlare. Tutti sembrano impietriti. È commozione? È freddezza? La lettura di Questi fantasmi!, un anno prima, si era conclusa in mezzo alle acclamazioni. Filumena non ebbe lo stesso immediato successo di applausi. Forse era sembrata una commedia estremamente audace e pericolosa».
Prima di metterla in scena Eduardo apporterà diverse modifiche al testo, alleggerendo alcuni passaggi ed eliminando delle scene, soprattutto nel terzo atto. Anche il titolo cambierà, da Filomena Maisto Filomena Trapanese fino al definitivo Filumena Marturano.  Il debutto della commedia fu al Teatro Politeama di Napoli, il 7 novembre 1946. Fin dalle prove tuttavia Titina incontrò molte difficoltà. Non riusciva ad entrare pienamente in sintonia con il personaggio, anche a causa di una certa "paura" che provava Eduardo stesso: «Eduardo […] ora aveva paura di quel personaggio. Aveva messo in scena una prostituta in camicia da notte, le faceva dire parole violente, la faceva inveire, venire a tu per tu con l'immagine della Madonna, ed ora aveva paura. Davanti alla forza di Filumena retrocedeva, veniva a compromessi, cercava la via di mezzo. L'impeto naturale che scattava in me egli lo tratteneva: "Meno, meno. Non ti agitare, non ti muovere… ecco, così. Adesso tieni le braccia lungo il corpo… Basta, basta, per carità… Non muovere i fianchi…!» (Titina de Filippo in Titina De Filippo. Vita di una donna di teatro di Augusto Carloni, ed. Rusconi). La commedia riscosse un buon successo ma sicuramente al di sotto delle aspettative. Eduardo non era soddisfatto della riuscita dello spettacolo e, prima delle recite previste a Roma, mise di nuovo in prova la commedia e allo stesso tempo scrisse Le bugie con le gambe lunghe, da tenere di riserva nel caso in cui Filumena  avesse continuato a non convincere pubblico e critica. Queste nuove prove furono particolarmente faticose per Titina, che continuava a non riuscire ad entrare nel ruolo: «Alla fine ero veramente stanca. Né lui né io eravamo convinti di quello che facevamo… Filumena rimaneva rintanata in me, Filumena non voleva venir fuori! Mi fermai. Glielo dissi. Lo pregai di lasciarmi recitare come sentivo. […] Eduardo capì. […] Simile a un proiettile mi ero lanciata e non mi fermava più nessuno! Vibravo, mi muovevo, fremevo, gridavo. Eccolo il mio personaggio! Lo avevo ghermito […] lo stringevo dicendogli con gioia: finalmente, grida, urla, piangi… ecco, così ti volevo: violenta, fredda, calma, tragica, comica. Ah, Filumena, ti tengo, ti tengo. Non mi scappi più! Ti porterò con me tutta la vita». Quando la commedià debuttò a Roma l'8 gennaio 1947, fu un autentico trionfo.
La vicenda è nota. Protagonista è Filumena, una ex prostituta che convive da molti anni con il ricco commerciante Domenico Soriano. Poiché l'uomo si è invaghito di una giovane ragazza, Filumena decide di adottare uno stratagemma per legarlo a sé: fingendosi in punto di morte, riesce a farsi sposare da Domenico. Tutto questo rappresenta l'antefatto della commedia, la cui scena iniziale vede contrapposti, come per un incontro di boxe, Filumena appena riavutasi dalla sua finta malattia, e Domenico che, ancora incredulo, non riesce a capacitarsi del raggiro della donna. Filumena gli rivela il vero motivo del suo gesto, voler dare un cognome, e quindi una famiglia, ai suoi tre figli, di cui Domenico ignorava l'esistenza. Nel secondo atto Filumena convoca i tre ragazzi in casa Soriano perché vuole che essi sappiano che lei è la madre. Domenico nel frattempo si è rivolto ad un avvocato che confermerà la non validità del matrimonio tra i due. Filumena allora sembra arrendersi ma, prima di lasciare la casa di Domenico, gli dice che uno dei tre ragazzi è suo figlio. Da quel momento inizia il tormento di Domenico e la sua lenta trasformazione che lo porterà, non solo a sposare Filumena, questa volta volontariamente, ma ad accettare la paternità di tutti e tre i ragazzi, rinunciando anche a sapere chi dei tre sia davvero suo figlio. Nel finale Filumena finalmente riesce a versare le lacrime liberatorie che, come le aveva rinfacciato nel primo atto Domenico, non era mai riuscita a versare in tutta la sua vita.

FILUMENA: […] Saie quanno se chiagne? Quanno se cunosce 'o bbene e nun se po’ avé! Ma Filumena Marturano bene nun ne cunosce… e quanno se cunosce sulo 'o mmale nun se chiagne. 'A suddisfazione 'e chiagnere, Filumena Marturano, nun l'ha pututa maie avé! (I atto)

Filumena avverte qualche cosa alla gola che la fa gemere. Emette dei suoni quasi simili a un lamento. Infatti fissa lo sguardo nel vuoto come in attesa di un evento. Il volto le si riga di lacrime come acqua pura sulla ghiaia pulita e levigata. […]
FILUMENA: (felice) Dummì, sto chiagnenno… Quant'è bello a chiagnere… (III atto)

Il successo della commedia determinò un fenomeno di identificazione tra il personaggio e la sua interprete Titina. La compagnia fu ricevuta in udienza dal papa Pio XII ed in quella occasione Titina recitò il bellissimo monologo del colloquio di Filumena con la Vergine delle rose.

La compagnia di Eduardo portò in scena la commedia fino all'inizio degli anni '50. Poi, a causa della malattia di Titina, non fu più rappresentata fino al 1959, quando  a vestire i panni di Filumena fu Regina Bianchi che fu interprete anche della versione televisiva del 1962. Nella stagione 1968-69 fu interpretata da  Pupella Maggio (ultima Filumena eduardiana), nel 1987 da Valeria Moriconi, poi da Isa Danieli nel 2000 ed infine Lina Sastri, insieme a Luca De Filippo, ne è stata interprete nelle stagioni 2008-09 e 2009-10.






Bibliografia
Eduardo De Filippo, Teatro, Vol. II, a cura di Paola Quarenghi e Nicola De Blasi (Mondadori - I Meridiani)


Sullo stesso argomento:
Primi piani per Filumena
La voce di Titina
Lacrime come acqua pura sulla ghiaia

1 commento:

  1. Secondo me è il capolavoro assoluto di Eduardo. Io la conosco a memoria, battuta per battuta. Mi commuovo ogni volta, mi incanto ogni volta.
    Al di là dei monologhi straordinai di Filumena,quando i tre figli rispondono quell'inaspettato "si papà!" che fa sbiancare Domenico, che lo manda in confusione e lo commuove, facendogli cambiare idea su quanto stava per dire....beh, io mi sciolgo.
    Ho scritto un post tempo fa traendo spunto da questa commedia, ecco il link se volessi leggerlo: http://caralilli.myblog.it/archive/2011/08/17/i-figli-so-figli.html )

    Una mia curiosità: hai visto la trasposizione televisiva di Massimo Raanieri, con Mariangela Melato? Io ho apprezzato abbastanza il testo come lo hanno reso in italiano, anche se abituata a sentirlo in dialetto non mi sembrava avere la stessa forza, però Ranieri mi è parso un pò troppo sopra ale righe, mentre la Melato mi è piaciuta, misurata ma intensa. Questa almeno è l'impressione che ne ho avuto io.

    Un saluto, alla prossima!
    Maris

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